Le Coluche d’Italie
Mentre in Europa, in vista delle elezioni, si dibattono temi e proposte serie, in Italia qualcuno la butta più che altro in caciara e prevalgono violenza verbale e demagogia. L’obiettivo è uno solo: confondere un elettorato già disorientato e smarrito e racimolare qualche voto in più, anche a costo di affondare la nave Italia. E’ questa la strategia adoperata dai partiti anti-Euro, come La Lega, Fratelli d’Italia ed il Movimento 5 Stelle, i cui leader promettono rivolgimenti epocali in caso di vittoria alle urne.
Spicca fra tutti l’aizzapopolo Beppe Grillo, che negli ultimi tempi si è dedicato a offendere alte cariche istituzionali, come Laura Boldrini (memorabile è il post sul suo blog: “Cosa faresti in macchina con Laura?”) ed il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, recentemente invitato a ritirarsi a Cesano Boscone “per incontrare una volta a settimana il noto pregiudicato Silvio Berlusconi”. I suoi comizi sono infarciti di battute. Fra le ultime quella su Dudù, l’ormai celebre cane della compagna di Berlusconi, Francesca Pascale (“Affidiamo Dudù alla vivisezione”), per arrivare all’anatema di qualche giorno fa sul Presidente del Consiglio: “Renzi perderà e per lui sarà lupara bianca”.
Le parole su Dudù hanno scatenato l’indignazione degli animalisti e in generale, una protesta bipartisan, tanto che il leader del Movimento 5 Stelle è stato costretto a una frase riparatoria. Pochi giorni fa, Grillo ha twittato: “Sono contro la vivisezione e adoro il mio cane Delrio”. Per quanto riguarda la frase contro Renzi, il segretario del Partito Democratico ha chiesto “più rispetto per le vittime della mafia”, aggiungendo che “i morti di lupara bianca esigono rispetto e la politica dovrebbe riappropriarsi del significato delle parole”.
E’ uno strano partito, quello del Movimento 5 Stelle. Sarà che è la “liquidificazione della politica”, come dice Giovanni Sartori, ad aver portato temporaneamente Grillo alla ribalta, nonostante egli non abbia alcuna preparazione in materia, essendo un uomo di spettacolo, e non abbia nessuna ricetta credibile per sostituire i partiti tradizionali, né comprensione sensata della politica “verticale”. Continua sempre Sartori, “nell’orizzonte mentale di Grillo, il potere è tutto suo, ma non perché egli voglia essere un dittatore. Per carità. E’ che Grillo, spesso efficace nel criticare, è incapace di progettare. Quando propone le cose che sarebbero da fare, il più delle volte propone assurdità o sciocchezze. Con Grillo la politica liquefatta ci riporta all’infantilismo politico del quale parlava Lenin”.
In Francia, il leader dei 5 Stelle viene paragonato a Coluche, il comico francese che nel 1980 annunciò di volersi candidare alle elezioni presidenziali. Nel marzo 2013, il prestigioso quotidiano francese “Le monde” ha scritto di lui: “E’ un sessantenne con la ‘tignazza’ sale e pepe, un comico, che mette in pericolo, ancora una volta, l’eurozona. Grillo ha in mano le chiavi dell’avvenire della Penisola e quindi quelle della stabilità europea. Cosa farà per quei 9 milioni di elettori sedotti dal suo discorso anti-euro, anti-rigore, anti-Merkel? A Berlino, l’inquietudine aumenta di fronte alla collera anti-euro dei cittadini”.
Sempre un anno fa, il politologo Marc Lazar ha scritto sul Nouvel Observateur: “Grillo è un po’ superato dal suo successo. Nei confronti dei suoi sostenitori è molto autoritario, uno che rivendica la democrazia diretta, ma si comporta come un piccolo capo, per non dire un piccolo dittatore, nel suo movimento. Il Movimento 5 Stelle si agita e forse avrà difficoltà a controllare i suoi parlamentari che sono in generale molto giovani e suscettibili di essere sensibili alle proposte del centro-sinistra”.
Fino alla mezzanotte appena passata, i leader politici hanno sparato, dunque, le ultime cartucce prima del voto e giocando il tutto per tutto per la campagna finale. Tra alcuni di loro, la gara è stata a chi la spara più grossa con la speranza di convincere gli ultimi indecisi. Non dimentichiamo, però, che contro i professionisti dell’insulto e i comici della rabbia, l’Italia deve scegliere la speranza e la serietà. La serietà di chi vuole governare e cambiare, non solo offendere e distruggere.
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