Il voto europeo nel dettaglio

Il Pd di Matteo Renzi raggiunge il 40,8 per cento, supera il record di Veltroni del 2008, vince in tutte le circoscrizioni e doppia il Movimento 5Stelle che resta fermo al 21,2 per cento. Terza, staccata di molto, Forza Italia (16,8 per cento), bene la Lega Nord che supera quota sei (6,2 per cento), Ncd, Udc e Popolari per l’Italia superano la soglia di sbarramento ed entrano nel Parlamento europeo (4,4 per cento). Non ce la fa, invece, Fratelli d’Italia-An che si blocca al 3,7 per cento, strappa sul filo di lana un seggio anche la Lista Tsipras, che raggiunge proprio il 4 per cento necessario. Quasi nullo il risultato di Scelta europea (Scelta civica – Centro democratico – Fare) che incassa lo 0,7 per cento (neanche 200mila voti a livello nazionale).

E’ un Partito democratico dei record. In controtendenza rispetto a tutta Europa dove hanno guadagnato seggi le coalizioni anti-euro, il partito di governo incrementa i suoi voti rispetto alle elezioni politiche del 2013, catalizzando consenso e sconfiggendo, di fatto, Beppe Grillo che con il suo Movimento era il principale sfidante democratico. Il risultato è deludente: il M5S perde quasi 5 punti percentuali all’ultima tornata elettorale, passando dal 25,5 al 21,2 per cento e da 8 milioni e 689mila voti a 5 milioni e 800mila. L’affluenza è stata bassa (57, 22 per cento), scendendo di 8,6 punti percentuali – secondo i dati del Viminale – se si paragona alle ultime europee dove il dato era stato del 65,8 per cento. Ma non può certamente essere una scusante per i grillini che si attendevano ben altro risultato.

Tornando ad analizzare l’affermazione democratica, il Pd ha sbaragliato la concorrenza in tutte le cinque circoscrizioni. Nel Nord Ovest arriva al 40,6 per cento (M5S al 18,4 e Forza Italia al 16,2 per cento). Nel Nord Est, Renzi tocca quota 43,5 per cento con i grillini al 19 e Forza Italia al 12,9 per cento. Nella circoscrizione di Centro, il Pd segna il suo record a 46,6 per cento; il M5S è al 21,8 e Forza Italia al 14,8 per cento. Nella circoscrizione meridionale e nelle isole i sondaggi prevedevano il sorpasso di Grillo su Renzi. Tutt’altro. Nella circoscrizione Sud il Pd tocca quota 35 per cento, il M5S non supera il 25 per cento e Forza Italia resta al 22 per cento. Nelle Isole, i pentastellati incassano la miglior performance arrivando a 27,3 per cento, ma restano indietro al Pd che raggiunge il 34,9 per cento. Forza Italia si ferma al 20 per cento.

Un voto europeo ma con una valenza politica nazionale straordinaria. Per capirlo meglio, occorre confrontarlo con i risultati degli altri paesi. In Francia è boom del Front National di Marine Le Pen che diventa il primo partito con il 25 per cento dei voti, seguito dall’Ump al 21 per cento. Crollano i socialisti del presidente Hollande, poco sopra il 14 per cento: il peggior risultato della storia. Ha del clamoroso anche il risultato nel Regno Unito dove  il movimento antieuropeo dell’Ukip di Nigel Farage raccoglie il 27,5 dei suffragi. In Germania l’Union della Cancelliera Angela Merkel tiene ma anche qui, nella nazione più europeista di tutte, il fronte populista ingrossa le sue fila arrivando al 7 per cento. In Spagna, per la prima volta, la somma dei voti del Partido Popular e dei socialisti non raggiunge il 50 per cento del totale. Buono il risultato anche di Alexis Tsipras, in Grecia, con il partito Syriza che accumula il 26 per cento delle preferenze. Non premiata l’austerità del premier Samaras, sotto scacco anche da parte di Alba Dorata: la formazione neonazista sarebbe attorno al 9 per cento. Anche in Danimarca il trend euroscettico non si smentisce: i primi dati danno l’estrema destra del Danish People Party come primo partito con il 23,1 per cento dei voti.

A scrutini ancora in corso (non in Italia ma nel resto dell’Unione), la fisionomia del Parlamento europeo cambierebbe con il Partito popolare che conquista la maggioranza dei seggi (212 su 751 totali); 186 ai socialisti (che erano 196 nella legislatura che sta per chiudersi); 129 agli euroscettici, circa settanta per i liberali, 55 per i verdi e 43 per la sinistra di Tsipras. L’Efd, di cui fa parte la Lega, sale a 36 seggi dai 31 del 2009. Il Pd diventa il primo partito dell’area socialdemocratica di tutta Europa.

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