Rassegna stampa estera

Ecco che dopo la grande festa che ha travolto il Partito Democratico e il suo Segretario, nonché Primo Ministro, Matteo Renzi, per  la sua vittoria alle Europee, l’Europa stessa ci richiama all’ordine. E alla stampa estera questo non è sfuggito. Ma sono anche molti gli articoli che mostrano una grande fiducia per i progetti di Renzi, progetti giudicati molto ambiziosi e guardati con scetticismo, ma, si sa, una possibilità non si nega a nessuno, soprattutto a uno che finora ha dimostrato di avere imboccato la strada giusta nel conquistarsi i consensi popolari, e non. Poi però, a rovinare la festa arrivano notizie come quella dell’ulteriore scandalo che ha travolto, a poche settimane da quello dell’Expo, il Mose di Venezia. Forse a Cantone non basterà una task force di soli 4 uomini. Almeno se si vuole agire seriamente. A parlarne, oltre alle solite grandi testate e agenzie di stampa, anche giornali come l’Hong Kong Standard (quanti investitori vivono da quelle parti?) e  il giornale d’inchiesta armeno Hetq. Non è certo un buon biglietto da visita per noi. Expo e Mose, erano considerate calamite (e non calamità) che dovevano attirare investitori. E ora? Ricapitolando: l’Italia deve adottare ulteriori politiche di austerità, nonostante la richiesta del Premier di lasciare riprendere fiato al Paese per permettergli di tagliare in modo più incisivo il debito dell’Italia. Matthew Dalton sul Wall Street Journal ricorda quanto “l’Italia, quarta economia dell’Unione Europea (non eravamo la terza? N.d.r), viene tenuta sotto forte pressione da Bruxelles nel controllo del suo riordino delle finanze pubbliche  e adottare le riforme che l’UE ritiene servano a dare slancio al tasso di crescita anemico del Paese.” Scrive ancora Dalton: “il Partito Democratico di Renzi ha vinto la maggioranza dei seggi dell’Italia nelle elezioni europee, anche se rimane da vedere se userà questo peso per combattere Bruxelles, o se portare a termine gli impopolari compiti chiesti dalla Commissione”.  E adesso deve anche arrampicarsi sugli specchi della credibilità.

Cerchiamo di vedere positivo. Tra il cupo monito di Bruxelles e scandali vari, molte autorevoli firme sono per dare una possibilità a Renzi. Wolfgang Munchau, spesso critico sul nostro modo di agire, afferma sulle colonne del Financial Times che “il Primo Ministro potrebbe riuscire a salvare l’eurozona da se stessa”. Il giornalista scrive: “Il più importante risultato della scorsa settimana non è stato il trionfo dei partiti euroscettici. E’stata la sorprendente grande vittoria di Matteo Renzi in Italia. Il Primo Ministro italiano è attualmente l’unico leader politico della zona euro, che offre una tendenza alternativa  all’ideologia di austerità. Renzi è l’ultima possibilità dell’Italia di riprendersi il  suo spazio in una unione monetaria sostenibile (…) Renzi non è un economista. Ma capisce che l’Italia ha soprattutto bisogno di uno stimolo che le permetta di sottrarsi all’attuale caos.” Munchau afferma che per fare questo Il Premier dovrà fare tre cose: un accordo con tutti i Paesi dell’eurozona per un grande programma di investimenti, agire sul Fiscal Compact, che, se non modificato sarebbe “l’incarnazione di austerità permanente” e per questo avrà bisogno di alleati; infine le riforme strutturali su mercato del lavoro e produzione. Conclude il giornalista del Financial Times affermando che “Ci sono molti motivi per dubitare dell’Agenda Renzi. Non sono sicuro che avrà successo. Ma per il momento, si merita il beneficio del dubbio.”

Dello stesso avviso, anche se espresso in modo più ironico, nonostante la grande serietà e importanza delle sue affermazione, Philippe Ridet, corrispondente in Italia per Le Monde. Sul suo Blog Campagne d’Italie, fa autocritica affermando che la settimana scorsa “era stato troppo modesto nello scrivere sulla vittoria di Matteo Renzi diventato campione d’Europa ottenendo il 40,8% delle preferenze per il suo Partito Democratico, alle elezioni europee. Ecco cosa succede ad essere modesti! La pubblicazione sabato 30 Maggio su le Monde e Le Monde.fr dell’intervista che ha concesso ai giornali del gruppo Europa (Le Monde, La Stampa, The Guardian, El Pais e Suddeutsche Zeitung) lo ha trasformato in campione del Monde, o almeno quello che ha sede a Boulevard Blanqui a Parigi. 6780 hanno raccomandato l’articolo e ancora lo fanno nel momento in cui scrivo (…) Per i francesi disorientati e amareggiati per i risultati del 25 Maggio dal loro lato delle Alpi, Renzi rappresenta una nuova speranza una parola inaudita, un “Rinascimento” (con la maiuscola), un modello da seguire, il cantore dell’Europa (…)In sei anni di permanenza in Italia è la prima volta che assisto a tale plebiscito da parte dei francesi il cui sguardo sulla Penisola è generalmente impregnato di pietà. E’ vero che ha fatto anche a me buona impressione. Mi è sembrato preparato e ferrato. Ritrovo questo modo di fare, andando a memoria, il Sarkozy del periodo 2004-2007 (…) Anche io voglio crederci.”

Non possiamo non tornare sul problema immigrazione, il dibattito che più avvelena le relazioni tra gli Stati Europei. Non stiamo a snocciolare numeri, che ormai sono fissi nelle nostre teste e che vengono troppo spesso aggiornati.  Rattrista la mancanza di solidarietà tra ‘grandi’  e l’indifferenza dei Paesi del Nord nei confronti di quelli del Sud.  Qui però volgiamo riportare un articolo scritto da Nick Squires sul Telegraph che mostra un ulteriore spietato comportamento nei confronti di questa povera gente perpetrato dai mercanti di vite umane nelle mani dei quali si mettono nella speranza di un ‘vita migliore’: la differenziazione di comportamento in base alla ‘classe’. Scrive il giornalista: “I superstiti e gli scafisti interrogati hanno rivelato l’esistenza di un sistema spietato che colpisce i migranti disperati che cercano di raggiungere l’Italia via mare attraverso il Mediterraneo, costretti a pagare degli ‘extra’ come i giubbotti di salvataggio, cibo e acqua. I rifugiati hanno detto alle autorità che le barche che fanno regolarmente la traversata offrono i loro servizi suddivisi per classi, a seconda del pagamento effettuato.” Purtroppo, fino a che gli Stati membri dell’UE vorranno rimanere padroni della loro politica migratoria, non ci sarà soluzione.

The Standard di Hong Kong scrive: “(…) Orsoni è stato indagato per corruzione, estorsione e riciclaggio (…) Le Autorità hanno fatto sapere che 20 milioni di euro sono stati trasferiti all’estero con l’intenzione di corrompere politici.” (…) (AP per The Standard, Italy arrests Venice mayor over graft scandal, 4 Giugno 2014)

Titola il giornale armeno Hetq: Italy: Mayor of Venice Arrested for Corruption. “Il Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è una delle 35 persone che sono state arrestate e accusate di corruzione e malversazione per aver creato un vasto sistema di tangenti che andavano ad oliare il progetto per la costruzione del sistema di controllo delle maree chiamato Mose”. (…) (Agenzie per Hetq, 4 Giugno 2014)

EU Tells Italy to Adopt More Auserity Measures, titola il suo pezzo Matthew Dalton. “(…) La sfida più grande per Renzi potrebbe essere quella di rispettare una regola dell’UE che richiederà al Governo di ridurre il duo debito, ora sopra al 130% del PIL, mentre la disoccupazione sta per raggiungere un nuovo livello record. La riduzione del  debito dell’Italia richiederebbe ulteriori taglia alla spesa e aumenti delle tasse che potrebbero spingere l’economia in recessione.” (…) (M. Dalton, The Wall Street Journal, 2 Giugno 2014)

Scrive Philippe Ridet: “(…) Certamente la Renzimania, per consolidarsi e durare, dovrà basarsi su altro che il look e il modo di portare avanti un intervista di 45 minuti con cinque giornalisti. Prima di lui, Mario Monti e Enrico Letta mi avevano ugualmente sedotto, anche se è vero che tutto ciò che veniva dopo Berlusconi era da prendere positivamente. Mi sembra che votando in massa per il PD, gli italiani abbiano espresso un atto di fede più che una riflessione politica. Riconoscono la sua volontà di trasformare il Paese, quando ancora non hanno visto molto. Numerose riforme sono ancora bloccate in Parlamento e già la Commissione Europea si preoccupa per il loro costo (…) Al di là del jeans slavato indossato dal Primo Ministro e dalle sue eleganti scarpe blu, mi piacerebbe vedere il Paese tornare quello che fu per me, quando, adolescente,  venivo a fare il pieno di energia (…) Lasciandomi il suo posto di corrispondente nel 2008, il mio predecessore Jean-Jaques Bozonnet mi aveva scritto: “Ti lascio l’Italia nello stato in cui l’ho trovata”. Se solamente potessi scrivere altro quando arriverà il momento!”(P. Ridet, Matteo Renzi champion du Monde, Le Monde 2 Giugno 2014)

Wofgang Munchau scrive: “(…) La verità che si cela dietro alla vittoria di Renzi è tuttavia più prosaica. Ha dato un taglio di 1000 Euro l’anno alle tasse di chi ha un reddito basso. Questo potrebbe non essere l’unico fattore  al quale deve il suo successo elettorale – ma deve essere chiaro che gli italiani non premierebbero un politico per l’aumento di politiche dure. Tutte le scelte difficili devono essere ancora fatte. Ma indipendentemente da ciò che può aver motivato gli elettori, hanno finito per rafforzare l’unico leader di un grande Paese che ha apertamente sostenuto che l’attuale sistema dell’eurozona è disfunzionale, e che sostiene che lui può fare qualcosa al riguardo. Nel suo discorso al Comitato nazionale del suo Partito la scorsa settimana ha detto che l’UE era immersa nell’ideologia degli anni ’80. Se l’UE non cambia, fallirà, ha detto. Su questo punto ha ragione.” (…) (W. Munchau, Renzi needs to muster euro allies for Italian rescue, Financial Times, 1 Giugno 2014)

Nick Squires per il Telegraph descrive il dramma nel  dramma vissuto dai profughi che cercano di raggiungere le nostre coste. “Un pagamento di circa 2500 dollari assicura ai rifugiati uno spazio di ‘prima classe’ sul ponte della barca, con teloni che li proteggono dal sole o dalla pioggia. Ma chi chiede asilo che possono pagare la quota minima di 1500 dollari vengono relegati nella stiva delle barche, accanto ai motori, garantendo loro una morte quasi certa in caso la barca affondasse. Sono stipati nelle viscere della imbarcazioni in condizioni che sono state paragonate a quelle degli schiavi venduti attraverso l’Atlantico (…) Cibo e acqua non sono garantiti (…) a meno che non si paghi 100 dollari per dell’acqua sporca, un tozzo di pane e a volte una scatoletta di tonno.” (…) (N. Squires, 200$ for a life jacket: refugees speak of class system on African boats bound for Europe, The Telegraph, 3 Giugno 2014)

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