EXPO, il punto sull’inchiesta

Mentre la nuova inchiesta sulla corruzione che ha coinvolto la faraonica opera del Mose nella laguna veneta agita ancora di più le acque della politica italiana, a Milano prosegue l’inchiesta sugli appalti truccati EXPO. Le indagini degli inquirenti proseguono serrate, con il difficile compito di non paralizzare l’avanzamento dei lavori di un’opera che è sotto i riflettori di tutto il mondo.

Nel frattempo il Premier Renzi venerdì assegnerà al Magistrato Raffaele Cantone – Presidente dell’Autorità Anticorruzione – pieni poteri di vigilanza sui futuri appalti e sul rispetto delle regole. Lo scopo della nomina è quello di creare continuità della discontinuità, ossia, assicurare il prosieguo dei lavori, dando un forte segnale di cambiamento nella gestione degli stessi lavori.

Tornando all’inchiesta, dopo i vari interrogatori, sembra delinearsi meglio il sistema della cupola messa in piedi dai pensionati della prima Repubblica. Il dirigente Angelo Paris, arrestato insieme a Greganti e Frigerio, in un nuovo interrogatorio ha ammesso di aver turbato l’assegnazione di qualche appalto. In effetti, a causa del carattere di urgenza sono circa 44 su 108 gli appalti che non sono stati sottoposti alle normali procedure di assegnazione. E proprio tra questi che la magistratura sta cercando le tangenti. L’imprenditore Maltauro, alla cui azienda è stata confermata la possibilità di continuare i lavori, ha, in più interrogatori, fornito precisi dettagli sul sistema della “cupola” e sulla necessità di versare tangenti per poter lavorare.

Ora, di fronte alle varie richieste di scarcerazione di tutti gli arrestati, è probabile che il gip le respinga, confermando le misure cautelari, almeno finché non si capiranno meglio attori ed interpreti di questo sistema malato. Dal canto suo Maroni cerca di dare una scossa alla posizione di Regione Lombardia all’interno della vicenda. Per quanto concerne il filone sanità all’interno dell’indagine, il presidente leghista ha provveduto a sospendere tutti i direttori generali citati dalla sentenza e ha promesso un nuovo riassetto regionale sulla gestione di acquisti e controlli. Su EXPO, dove i suoi poteri sono più limitati, ha iniziato una braccio di ferro mediatico col Premier Renzi, accusato di non aver ancora provveduto ad affidare i poteri a Cantone.

Il governo lombardo sembra scosso, anche da una opposizione che, rianimata dalle vicende, accusa la giunta di non aver dato garanzie di discontinuità con la precedente amministrazione. Maroni sta cercando, con un colpo di spugna di cancellare un passato che sembra ugualmente tormentarlo. Le indagini e la situazione complessiva non fanno altro che aggravare una situazione già critica.

Ora, finita definitivamente la campagna elettorale saremo in grado di capire cosa effettivamente si farà e cosa è stato solo uno spot elettorale.

©Futuro Europa®

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