Giustizia e responsabilità civile
Quello che è avvenuto alla Camera con il voto a sorpresa sulla responsabilità civile dei giudici è di notevole gravità, e giustamente il CSM e le Associazioni di Magistrati hanno lanciato grida di allarme che condivido. È politicamente grave che alcuni francotiratori del PD (coperti dall’anonimato) abbiano votato, per meschine guerriglie personali, contro la linea del Governo e del loro stesso partito, perpetuando vecchie pratiche della peggior politica e che, con assoluto cinismo, i deputati grillini, astenendosi, abbiano permesso il passaggio di un emendamento che va direttamente contro la loro proclamata volontà di pulizia e di lotta alla corruzione. Ed è moralmente grave che Forza Italia e Lega, come se niente fosse accaduto nella coscienza collettiva in questi anni, abbiano persistito nella loro tenace vendetta contro i Giudici in nome di Berlusconi, assestando così un duro colpo alla volontà e alla capacità dei Magistrati di combattere la loro dura battaglia contro il crimine e l’illegalità. E questo, in un momento in cui si moltiplicano i casi di corruzione, una pratica diffusa che investe vari livelli dello Stato e delle Amministrazioni locali e la stessa Guardia di Finanza e che, assieme alla criminalità organizzata, costituisce un cancro che rode dal di dentro la nostra economia e la nostra società civile e allontana la gente dalla politica e dalle istituzioni. Un cancro contro cui solo la Giustizia può efficacemente combattere e contro cui – di fatto – centinaia di giudici ogni giorno combattono e più e meglio potranno combattere in futuro se vengono dati loro mezzi e strumenti maggiori e son si tenta, invece, di intimidirli e imbavagliarli.
Nessuno discute che anche i giudici debbano rendere conto del loro operato come chiunque altro, e che chi è ingiustamente vittima di errori della Giustizia abbia il diritto a un giusto risarcimento. La legge lo prevede e il DDL presentato dal Governo rafforza le norme esistenti mettendole in linea con gli standard e le richieste dell’Europa. Ma con il colpo di mano della scorsa settimana si è estesa la responsabilità civile dei giudici al di là dei limiti ragionevoli: dolo o colpa grave. Prevedendo il caso di “errore di diritto” si è aperto il campo a un potenziale caos del nostro sistema giudiziario e al rischio molto concreto di una sua paralisi. Caos: se la legge passasse, si creerebbe una quarta, quinta, sesta istanza nel nostro sistema processuale. Nessuna sentenza sarebbe definitiva, nessuna certezza del diritto possibile, se ai condannati fosse data la possibilità di aprire un processo al processo, e così prolungarlo indefinitamente, intasando così a dismisura un sistema già al limite del collasso. Pensiamo all’assurdità possibile: qualcuno è condannato con sentenza passata in giudicato. Apre un processo contro i giudici che lo hanno condannato. Questo processo va in mano, necessariamente, ad altri giudici. Se questi assolvono i colleghi, si espongono a essere a loro volta processati, e così, via, indefinitamente. Paralisi: quale giudice se la sentirebbe di emettere provvedimenti secondo la propria convinzione e coscienza se sapesse che essi possono causare la rovina sua e della propria famiglia?
Diciamolo chiaramente: per punire i Giudici di un presunto torto fatto al signor Berlusconi, si sta facendo un gigantesco regalo a corrotti, mafiosi, criminali di ogni tipo. Non è certo quello di cui l’Italia ha bisogno, o quello che ci chiede l’Europa. E difatti, nessun Paese civile, europeo o no, ha una norma di questo tipo nel proprio ordinamento. Norma che ha un solo sapore: pura vendetta e intimidazione per il futuro, essendo evidente che l’effetto pratico, patrimoniale, della norma sarebbe per lo più nullo, ben scarsa essendo la reale capacità finanziaria di un qualsiasi giudice.
Ripeto ancora una volta: nessuno dice che i Giudici non debbano rispondere di ingiustizie commesse per dolo o colpa grave. Ma quando Costituzione e Codici affidano loro una funzione così alta e delicata si aspettano che siano imparziali, attenti, lontani da qualsiasi motivazione che non sia la stretta applicazione della legge. Non chiedono però loro di essere infallibili. Costituzione e Codici prevedono per questo che gli eventuali errori di diritto di un organo giudiziario siano riparabili da un organo superiore e per questo esiste da noi (a differenza dei Paesi anglosassoni) un sistema iper-garantista che prevede tre gradi di giurisdizione, fino a quello finale e supremo della Corte di Cassazione, abilitata, appunto, a giudicare sul diritto. Questo non vuol dire che un giudice che commetta frequenti errori di diritto non debba essere sanzionato. Deve esserlo, ma con gli strumenti normali dell’azione disciplinare e con conseguenze che si ripercuotano sulla sua carriera, non sul pane della sua famiglia. E se si ritiene che il sistema disciplinare funzioni male, si metta mano a una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che lo sottragga al gioco delle correnti o dei partiti e ne faccia veramente un organo imparziale ed efficace. Ma la responsabilità civile, ripetiamolo, sarebbe un suicidio per l’intero funzionamento della Giustizia in Italia.
Il Presidente del Consiglio ha minimizzato l’avvenuto riducendolo a un semplice “incidente di percorso” e promettendo la rettifica al Senato (certo, dà qualche motivo di riflessione pensare che a correggere una stortura della Camera sia chiamato un organo che si vuol abolire o di cui si vogliono perlomeno ridurre le potestà legislative; chi correggerà eventuali storture in futuro?). E in effetti è probabile che una rettifica ci sarà, anche perché al Senato il voto sarà palese, i frondisti del PD non vorranno venire allo scoperto e il M5S ha preannunciato il suo voto contrario all’emendamento leghista.
Speriamolo! Se ciò non avvenisse, si sarebbe dato un colpo gravissimo alla lotta contro corruzione e criminalità che devastano il nostro Paese.
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