Italia delle Regioni
Sul “Jobs Act” le regioni italiane sono tornate ad esprimersi nel corso di una recente audizione presso la Commissione Lavoro del Senato. “Piena condivisione sugli articoli delle legge delega che permettono il superamento degli ammortizzatori sociali in deroga verso uno strumento universalistico” è stata espressa dall’Assessore Gianfranco Simoncini, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, nel corso di un’audizione presso La Commissione Lavoro del Senato. “E’ una posizione che è sempre stata sostenuta dalla Conferenza delle Regioni e che consentirebbe di considerare definitivamente chiusa, nel 2015, l’esperienza della deroga che ha determinato gravi disagi nell’erogazione dei sussidi per molti lavoratori, mantenendo una pesante differenza di trattamento per i lavoratori delle piccole aziende rispetto agli altri.”
Le regioni ritengono altresì, anche se con alcune diversità di accento, positiva la riforma e la semplificazione delle tipologie contrattuali: meccanismo che permetterebbe una migliore tutela dei lavoratori, rappresentando anche un aiuto al sistema delle imprese. Gli emendamenti che i rappresentanti delle regioni hanno proposto tendono a definire meglio l’assetto delle competenze. In particolare – ha spiegato Simoncini – le maggiori criticità riguardano la parte relativa alla riforma dei servizi per il lavoro.
Su questo fronte preoccupano due fattori: da un lato l’eccessivo accentramento, dall’altro l’esiguità delle risorse. Per quanto riguarda la prima questione è certamente importante che ci sia un’Agenzia nazionale che si occupi della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e che abbia una funzione di monitoraggio sul funzionamento dei vari servizi, ma altrettanto importante è che questo lavoro trovi dei terminali puntuali nel territorio attraverso Agenzie regionali. Un accentramento eccessivo rischia di farci fare un grosso passo indietro, dividendo le politiche attive da quelle per la formazione. Rispetto invece alla seconda questione – ha concluso Simoncini – è piuttosto preoccupante che si voglia realizzare una così importante riforma “senza oneri per lo Stato”, soprattutto se consideriamo che gli organici italiani impegnati nei servizi per l’impiego sono ben al disotto della media dei Paesi UE e che molti fondi che servivano a finanziare il sistema di tali servizi sono stati nel corso di passate manovre finanziarie di fatto azzerati da una serie di tagli”.
Riportiamo in sintesi i punti essenziali della Delega al Governo in materia di servizi e politiche attive per il lavoro. Allo scopo di garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché di assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative, il Governo è delegato ad adottare, uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, attenendosi ai seguenti principi e criteri direttivi, tra cui:
a) razionalizzazione degli incentivi statali per l’autoimpiego ed autoimprenditorialità, con la previsione di una cornice giuridica nazionale volta a costituire il punto di riferimento anche per gli interventi posti in essere da regioni e province autonome;
b) istituzione, ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di un sistema nazionale del lavoro articolato su Agenzie regionali, istituite dalle Regioni, e su di una Agenzia nazionale per l’occupazione, d’ora in poi Agenzia nazionale, istituita ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al cui funzionamento si provveda con le risorse umane e strumentali già disponibili a legislazione vigente.
c) mantenimento e attribuzione in capo alle Regioni e Province autonome delle competenze in materia di programmazione, organizzazione e gestione delle politiche attive del lavoro, della cooperazione territoriale tra i servizi pubblici e i servizi privati, collocamento e incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro e attuazione degli interventi in materia di occupazione nei confronti dei cittadini, con il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali dell’azione dell’Agenzia del sistema nazionale del lavoro;
d) attribuzione all’Agenzia nazionale delle competenze gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e di ASpI; in materia di implementazione e attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sul territorio nazionale in raccordo con le Regioni; definizione degli standard informativi nazionali del sistema informatico federato; definizione e realizzazione del sistema di monitoraggio dei livelli essenziali delle prestazioni; valutazione del grado di attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, con la possibilità di agire in sussidiarietà qualora questi non siano assicurati; coordinamento delle agenzie regionali; proposta di progetti speciali di politiche attive del lavoro per implementare gli standard di qualità dei servizi.
e) attribuzione alle Agenzie regionali, nel quadro della programmazione regionale, delle competenze in materia di organizzazione e gestione dei servizi per il lavoro e degli interventi sul territorio, in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato, con riunificazione nel sistema regionale dei servizi delle funzioni autorizzatorie in materia di prestazioni di disoccupazione e delle competenze in materia di politiche attive, ferma restando la facoltà per le Regioni di adottare proprie soluzioni organizzative, con conseguente razionalizzazione degli enti ed uffici che, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, delle regioni e delle province;
f) mantenimento in capo alle Regioni e Province autonome delle competenze in materia di programmazione, con conseguente attivazione del soggetto che cerca lavoro, in quanto mai occupato, espulso o beneficiario di ammortizzatori sociali, al fine di incentivarne la ricerca attiva di una nuova occupazione, secondo percorsi personalizzati, anche mediante l’adozione di strumenti di segmentazione dell’utenza basati sull’osservazione statistica, con individuazione condivisa con le Regioni degli standard per il funzionamento dei servizi per il lavoro, comprensivi del personale preposto e delle risorse finanziarie necessarie, e delle regole attraverso le quali risorse finanziarie e risorse umane delle Province saranno trasferite.
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