Renzi e il nodo anticorruzione
Dopo la scossa arrivata dall’inchiesta sul Mose, che ha visto l’arresto del primo cittadino di venezia, Matteo Renzi prova a lanciare un segnale forte contro la corruzione. La trasversalità politica degli ultimi eventi (indagini su EXPO e MOSE), che hanno visto coinvolti, non solo esponenti del centrodestra, ma anche e soprattutto esponenti democratici, hanno costretto il Premier a prendere posizioni ultraintransigenti. Egli è cosciente che gli ultimi risultati elettorali potrebbero essere messi in discussione se la questione corruzione non dovesse essere trattata con la dovuta attenzione.
Così nel CdM di venerdì scorso, sono state varate alcune importanti decisioni che cercano di tamponare la situazione di emergenza per opere che hanno importanza strategica elevata. Da Palazzo Chigi nessun provvedimento ad hoc per Expo, ma a Cantone poteri più estesi per un controllo globale. In particolare i poteri dell’Authority sugli appalti verranno girati al presidente dell’Anticorruzione, il quale potrà ordinare ispezioni, ma soprattutto con il potere di proporre commissariamenti mirati non dell’azienda, ma di singoli appalti sospetti, redigendo una contabilità separata.
La scelta è stata fatta per gettare acqua sul fuoco, proprio in un periodo in cui le indagini della magistratura dipingono uno scenario alquanto raccapricciante, che non fa altro che gettare ulteriori ombre sulla politica italiana. Nel provvedimento si ipotizzano anche procedure di controllo più snelle, con un sistema sanzionatorio più efficace, capace di rispondere alle necessità del momento, senza compromettere l’intero appalto.
L’ultima grande indagine sul sistema delle mazzette ha di fatto cancellato la prima repubblica. Oggi dopo vent’anni, il timore è quello di ritrovarsi in un “manipulite bis” che possa peggiorare ulteriormente la già difficile situazione economica del nostro paese. L’ex Sindaco di Firenze sa bene che quella rimastagli è l’ultima freccia da scoccare e il rischio di non fare centro è altissimo. La sua determinazione del fare pulizia all’interno del Partito Democratico, sia dei suoi oppositori, che degli indagati, è il tentativo di rimanere credibile nei confronti degli italiani. Il testo uscito dal CdM vuole cambiare le carte in gioco. Il depotenziamento dell’Authority sugli appalti è il segno evidente della sconfitta di un sistema, ma è ancora più forte il segnale del potenziamento dei poteri dell’anticorruzione. Questa è la dimostrazione che la pratica corruttiva in Italia è ancora forte e molto radicata, al Nord come al Sud, senza distinzioni.
Ora, con i nuovi poteri conferiti a Cantone si spera, soprattutto per Expo, di poter vigilare senza interrompere i lavori per l’Esposizione del 2015. In quell’occasione sarà il mondo intero a giudicarci e, vista già la nomea del nostro paese, non vorremmo trovarci con una cattedrale nel deserto.
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