Ambiente, Italia incontra Europa
Il Semestre italiano punta sulla Green Economy per rilanciare la crescita e combattere la disoccupazione in Europa: è questa la priorità che il Ministro all’Ambiente Galletti ha indicato ai colleghi europei nel Consiglio UE dei Ministri dell’Ambiente che si è tenuto la scorsa settimana a Lussemburgo. “La ‘crescita verde’ genera occupazione duratura”, ha spiegato Galletti.”L’Italia vuole essere volano del futuro europeo e intende rafforzare gli strumenti che lo sviluppo sostenibile mette oggi al servizio della lotta alla disoccupazione”.
Affermazioni che si fondano su due pilastri: la volontà politica di dare priorità alla Green Economy più volte espressa dal premier Renzi e condivisa da ampi settori di maggioranza e minoranza; e la realtà economica, che vede la produttività interna crescere nei settori ‘verdi’ e l’Italia esportare nel mondo prodotti tipici e conoscenze, vini e tecnologie per le energie rinnovabili, con una capacità di innovazione eguagliata solo da alcuni Paesi europei come la Germania e ancora solo ‘inseguita’ persino dai leader della crescita economica, i Paesi emergenti ed in particolare la Cina.
Come in ogni ciclo di sviluppo economico basato su tecnologie e innovazione, nella corsa verso la ‘sostenibilità’ dell’economia del futuro bisogna rimanere in testa, come Italia e come Europa: “Nel mercato globale vincerà chi saprà adottare scelte, tecnologie, sistemi produttivi innovativi e sostenibili”, ha detto Galletti a Bruxelles. Perché la sostenibilità è sempre più un cardine vero e proprio della nuova economia, non più un mero valore aggiunto buono per etichette e marketing. Sostenibilità delle produzioni, da quelle di energia a quelle agricole, manifatturiere e persino dei servizi: lo stesso internet, immateriale e a chilometri zero, non è ecocompatibile come si può pensare, visto che secondo alcuni studi 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno si devono proprio al mondo dell’Information Tecnnology.
Di fronte a conseguenze dei cambiamenti climatici che gran parte dell’umanità e dei governi considera rischi e non opportunità, ovvero calamità naturali, carestie, fame, povertà, guerre e migrazioni, c’è bisogno di azioni che integrino la sostenibilità in ogni attività umana. Le travagliate eppure esistenti strategie europee hanno un ruolo di guida nel mondo, ma servono anche a forgiare la ricerca e le imprese del vecchio continente e promuoverne la capacità di innovazione. Per questo Galletti ha spiegato a Bruxelles che “la Strategia europea 2020non deve limitarsi ai target di riduzione della CO2 ma indicare politiche coerenti che considerino l’uso efficiente delle risorse naturali e dei materiali impiegati nei processi produttivi non solo fattori di tutela ambientale, ma scelte economiche di fondo”.
Nel concreto, il Consiglio informale dei ministri dell’Ambiente europei previsto per il 16 luglio a Milano discuterà proprio la revisione della Strategia 2020 per individuare politiche di sistema su criteri di produzione e target di riduzione delle emissioni inquinanti. Altra tappa prevista dall’Italia per centrare l’obiettivo è un incontro congiunto dei ministri dell’Ambiente e dell’Energia europei al Consiglio informale Energia che si terrà il 6 ottobre. Obiettivo dichiarato: l’Italia alla guida della presidenza di turno dell’Ue dal prossimo primo luglio punta ad incassare una decisione sul pacchetto clima-energia al Consiglio europeo di ottobre. In tempo quindi per consentire all’Europa di presentarsi con una posizione definita alla conferenza Onu sul clima che si terrà a Lima a fine ottobre, alla quale farà seguito poi quella di Parigi nella primavera del 2015.
Un programma ambizioso se si considerano le difficoltà di alcuni Paesi membri, tanto che il punto cruciale saranno i criteri di ripartizione degli sforzi nazionali, ha spiegato Galletti. Lo sviluppo delle Rinnovabili andrà sostenuto infatti attraverso una “fiscalità energetica a livello europeo a favore di tecnologie e sistemi di gestione a basse emissioni e l’impiego di strumenti finanziari europei nei settori strategici”, ha spiegato il Ministro italiano, ma “alcuni Paesi Ue, alle prese con un rigoroso consolidamento di bilancio, avranno difficoltà a reperire le risorse necessarie verso un’economia a basso contenuto di carbonio e in questo senso il livello del debito potrebbe essere un utile indicatore per individuare quelli che presentano queste criticità”.
Altre linee guida riguarderanno la definizione entro la fine dell’anno dell’accordo sulla possibilità di utilizzo degli OGM delineato proprio in questi giorni e sul quale il Ministro all’Ambiente italiano ha garantito la massima determinazione della Presidenza italiana; ed il regolamento sul monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni dal trasporto marittimo e la nuova normativa relativa ai sacchetti di plastica.
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