Politici in TV

TgCom24 parla dell’accordo sulla riforma del Senato che sarebbe in fase avanzata tra PD e Forza Italia. “L’accordo sul nuovo Senato tra Forza Italia e Partito democratico è vicino. La nuova riforma è stata il frutto di un delicato negoziato tra Berlusconi e Renzi”. E continua: “Lo confermano Giovanni Toti, che a denti stretti afferma ‘C’è l’intesa’ e il premier, che ai suoi ribadisce ‘Prendere o lasciare’. Cambia la struttura, ci saranno meno sindaci, non potrà votare la fiducia, ma avrà più funzioni. Renzi vuole incassare il sì dell’Aula entro la pausa estiva”.

Il nuovo Senato sarebbe formato per un quarto dai sindaci e per il resto da rappresentanti regionali. “Il nuovo Senato ora ha più funzioni rispetto alla riforma di partenza, ma – continua il servizio di TgCom24 – non potrà più votare la fiducia. In questo modo viene superato il bicameralismo perfetto che rallenta il sistema istituzionale. Ha competenza sulla legislazione regionale ed europea, co-elegge il presidente della Repubblica, il Csm, e – come scrive La Repubblica – recupera voce sulle leggi elettorali e costituzionali”.

Confermata una delle richieste “imprescindibili” di Renzi per il suo sì al nuovo Senato: “I nuovi senatori per il loro lavoro a Palazzo Madama non riceveranno alcuna indennità. Saranno in parte sindaci e in parte consiglieri regionali – conclude TgCom24 – e dovranno accontentarsi della paga che già ricevono. Per garantire alle opposizioni di essere rappresentate, Calderoli (che collabora con la Finocchiaro per la stesura della riforma) ha suggerito il voto limitato. Ossia i consiglieri regionali avranno una scheda con un numero di opzioni inferiore al numero dei senatori da mandare”.

Repubblica TV si sofferma sull’incontro, davanti al municipio di Pozzallo in Sicilia, tra il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, e il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano. “Mare nostrum così com’è non può continuare. E’ l’unico punto di contatto tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e il segretario della Lega, Matteo Salvini. Perché per il responsabile del Viminale – continua Repubblica TV – se l’Ue non interviene, lui proporrà lo stop all’operazione, ma le navi saranno ancora in mare, stavolta lontane dalle coste della Libia; mentre per il leader del Carroccio, invece, la marina miliare deve restare ferma nei porti del nostro Paese”.

“Nel Comune del Ragusano il ministro ha un incontro ufficiale con i sindaci della zona sull’immigrazione, e il segretario della Lega tiene una ‘contromanifestazione’ di protesta contro Mare nostrum, dando “la responsabilità morale di quello che accade, anche in mare al premier Matteo Renzi”. Repubblica TV, quindi, chiarisce che “al presidente del consiglio, Salvini imputa di essere presente dappertutto e di parlare su tutto, ma di non avere il tempo di andare in Sicilia, io oggi sono qui e tornerò a luglio, lui non c’è”.

Desta scalpore, e ne riporta notizia, tra gli altri, il TG5, la battuta che il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, fa sulle difficoltà del giornale L’Unità e dei suoi lavoratori. Grillo scrive sul suo blog definendo “ottima notizia” il fatto che anche L’Unità rischi di chiudere, così come altri giornali. Il maggiore telegiornale Mediaset riporta le parole usate da Grillo nel suo blog e su twitter: “Il nuovo vento della rete”, si legge nel post, “e della fine, lenta ma implacabile, dell’editoria assistita sta producendo i suoi effetti: la scomparsa dei giornali. Un’ottima notizia per un Paese semilibero per la libertà di informazione come l’Italia. Meno giornali significa infatti più informazione”. Grillo riceve subito la risposta di Fassina, sempre su twitter: “per la libertà di informazione il milionario Grillo rispetti lavoratori e lavoratrici da mesi senza stipendio”.

Un dramma, quello editoriale, che ormai non risparmia più nessuno, neanche il giornale voce del partito con il 40,8% dei consensi.

©Futuro Europa®

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