Agroalimentare, qualità tutelata

29 maggio 2014: la Procura ed i Carabinieri di Siena indagano su un’organizzazione con base in Toscana accusata di aver smerciato falsi Brunello di Montalcino, Chianti, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Sagrantino di Montefalco e altri Docg e Igt. 10 giugno: con la maxi-operazione ‘Lio’ i Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute mettono fine a Perugia ad una attività illecita di commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. 26 giugno: il Nas di Cosenza mette i sigilli ad uno stabilimento per la produzione di passata di pomodoro a causa di gravi carenze igienico-sanitarie e per mancanza di tracciabilità del prodotto. Sono solo i tre più importanti successi nella lotta agli illeciti nel settore agroalimentare conseguiti da Magistrati e Forze dell’Ordine negli ultimi trenta giorni: notizie che non devono generare pessimismo ma fiducia, perché insieme alla gravità dei fatti evidenziano l’efficacia dei controlli. La ‘macchina’ del contrasto agli illeciti nel settore agroalimentare tutela non uno ma alcuni beni collettivi del nostro Paese: la salute pubblica in primo luogo, poi il sistema qualità garantito dai marchi Dop, Igp e Igt e non solo, e infine l’immagine stessa dell’Italia nel mondo, sempre fortemente legata alla produzione agroalimentare.

La lotta agli illeciti nel settore agroalimentare, dal falso all’adulterazione alla contraffazione, è entrata in questi anni in una fase ‘calda’ a causa della crisi e quindi della maggiore disponibilità dei consumatori all’acquisto di prodotti di minor costo sebbene presentati come di qualità: ma a rimetterci oltre ai consumatori sono i produttori, dato che contraffazione e falsificazione fanno perdere al Made in Italy miliardi di euro di fatturato l’anno, sottraendo reddito e lavoro all’Italia proprio nel difficile momento della crisi. A spiegarlo è un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati rilevati dal 2007 al 2013. Dall’inizio della crisi, nel settore delle conserve alimentari le frodi sono più che raddoppiate, con un incremento record del 103 per cento del valore delle confezioni sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate. Nel solo 2013 – sottolinea Coldiretti – sono stati sequestrati dai Nas conserve vegetali per un valore di 12,4 milioni con 27 persone segnalate all’autorità giudiziaria e 165 all’autorità amministrativa. Nello stesso anno sono stati sequestrati dai Nas vini ed alcolici per un valore di 31 milioni con 15 persone arrestate, 51 segnalate all’autorità giudiziaria e 267 all’autorità amministrativa.

Tutte azioni a tutela delle produzioni tipiche, apprezzate in primo luogo dagli operatori del settore: sul caso dei falsi vini toscani di produttori del Consorzio del Brunello di Montalcino e il loro presidente Fabrizio Bindocci ad esempio si sono definiti “vittime di una frode gravissima”, e hanno annunciato che si costituiranno parte civile. Produttori, consumatori e Istituzioni insieme: “Il gioco di squadra nella lotta alla contraffazione si rivela ancora una volta la strategia vincente per tutelare le eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare, di cui il vino è uno dei principali simboli”, ha commentato infatti l’operazione delle Forze dell’Ordine sui falsi vini toscani il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina. “La tutela dei consumatori e dei produttori onesti è una priorità assoluta. Per questo abbiamo inserito nel provvedimento per la promozione dell’agroalimentare ‘Campolibero’, presentato dal MIPAAF e approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 giugno, anche nuove misure per contrastare con più forza il reato di contraffazione”.

Restando al vino toscano, prodotto molto noto nel mondo e quindi particolarmente ‘appetibile’ per la contraffazione, per il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, “la contraffazione del Brunello è un danno di immagine per la regione e per tutto il nostro Paese. Ci vogliono leggi ancora più severe contro i manipolatori di quelli che sono i prodotti di assoluta eccellenza, allineando la nostra legislazione a quella di altri Paesi europei”. Riportando l’accento sulle conseguenze sulla salute, per il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo “il crimine sull’agroalimentare è particolarmente odioso perché si fonda spesso sull’inganno di quanti per le difficoltà economiche sono costretti a risparmiare sul cibo”.

Dal rapporto diritto-illeciti alla consapevolezza diffusa degli aspetti sociali e di immagine per il Paese, la tutela della qualità dei prodotti del settore agroalimentare si sta facendo, insomma, sistema. Con ricadute importanti anche a livello istituzionale: dopo la notizia dell’approvazione di Campolibero in CDM il 13 giugno, il 26 giugno la ‘Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo’ ha proceduto alla propria costituzione, eleggendo Presidente Mario Catania. Il ritorno in campo della Commissione di inchiesta avrà la funzione di dare la linea sulle priorità di intervento e sulle misure anche deterrenti per contrastare gli illeciti nel settore. Ma anche quella di accendere un riflettore sul sistema-qualità nel settore agroalimentare italiano: a vantaggio di produttori e consumatori ma anche dell’immagine dell’Italia nel mondo.

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