Il senso dello Stato

«Quando leggo robe tipo: senso del dovere, professionalità e simili, mi viene una specie di ictus morale. Sono solo parole inventate dagli umani. Come si fa ad avere senso dello Stato? O meglio chi dovrebbe averlo? Quei poliziotti o carabinieri che vengono uccisi da malviventi? Per 1200 euro al mese? Intanto vorrei sottolineare che molti scelgono di far parte delle forze dell’ordine perché non hanno altre prospettive e quindi sottoscrivono anche il rischio del mestiere. E poi una volta morti che senso dello Stato rimane loro? Erano lì per fare il loro lavoro. Punto.

Non mi piace affatto l’enfasi data a questa locuzione da qualche vecchio trombone istituzionale. Penso al giudice più popolare di questi giorni, una vera superstar. Ecco mi domando, questo signore ha senso dello Stato? Ha parlato quando doveva forse tacere, ma non per il motivo sopra citato, perché a stare zitti si fa sempre bella figura.

Io credo che tutte queste cose e situazioni e moralismi inventati dagli umani si stiamo sgretolando sotto la forza inarrestabile della pochezza dell’uomo. Un po’ come quando si vuole sterminare una pianta infestante: anche sotto ettolitri di cemento lei proverà sempre a resuscitare e prima o dopo troverà la strada. Ecco perché tutta questo sottolineare mi fa sorridere amaramente. Ma pensate che la maggior parte dei gentiluomini che ci governano abbiano senso dello Stato? Penso a un parlamentare di cui mi hanno raccontato; il signore è di fuori Roma e per una serie di motivi che non so ha diritto alla scorta. E allora per non dover pagare un affitto a Roma dove svolge il suo lavoro, fa avanti e indietro con la sua scorta bello spaparanzato in auto: circa 500 chilometri al giorno pagati da noi.

Ecco, quale senso dello Stato possiede questo signore? Oppure penso a quelli che appena chiamati a ricoprire un qualunque incarico diventano all’improvviso padri esemplari, mariti amorosi, cittadini irreprensibili. Peccato che alcuni di loro hanno fatto appena appena in tempo a mettere sotto chiave la frusta e i guanti di lattice, oppure abbiano smesso la sera prima di uscire con i collant.

Perché scrivo questo? Per ribadire una mia convinzione: l’umanità è marcia, gli umani non rispettano la natura, l’ambiente, sprecano le risorse e compiono solo azioni con tornaconto. Quando ormai si rendono conto dello sfacelo che è stata la loro esistenza per loro stessi e per la società, sono troppo vecchi per rimediare, possono farlo solo attraverso le parole.

Non è nella natura umana avere nessun tipo di senso. Figuriamoci averne di qualcosa inventato di sana pianta per l’occasione.»

© Futuro Europa

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