Morales, l’Indio che vuole cancellare Colombo
Quando i visitatori europei visitano Caracas, non possono non registrare l’imbarazzo delle guide nello spiegare perché in una grande piazza vi è un basamento senza nulla sopra. Con non poca difficoltà dicono che sul basamento, fino all’arrivo di Chavez al potere, vi era una grande statua di Cristoforo Colombo, ma, poiché per Chavez Colombo era un “conquistatore e un assassino”, la statua è stata rimossa. Si penserà ad un caso isolato, eredità delle grandi polemiche che vi furono durante le celebrazioni dei cinquecento anni dalla scoperta dell’America da parte di Colombo; non è così, Chavez ha un erede nel suo odio verso il grande genovese, si tratta del presidente dello stato Plurinazionale della Bolivia, Evo Morales.
In corsa per il suo terzo mandato alle elezioni presidenziali di ottobre, Morales è stato il primo presidente indio, ossia di quei popoli che abitavano le Americhe prima dell’arrivo di Colombo. La Bolivia è abitata da un 32% da Indios Quechuas, un 18% da Aymara, l’etnia di Morales, il resto sono indios Guarani, meticci e bianchi. Parlando in una cittadina dell’Amazzonia boliviana, Morales si è arrabbiato perché ancora esistono luoghi che si chiamano Cristoforo Colombo, un “invasore e un saccheggiatore”! Il presidente boliviano ha anche ricordato il suo impegno a cambiare il nome a strade, piazze, cittadine e scuole che portano nomi europei con quelli di leader indigeni.
Morales non è nuovo a uscite, chiamiamole, stravaganti. A giugno, in occasione del vertice dei G77+Cina, una associazione relitto del secolo scorso, ha presentato un orologio che gira a sinistra e non a destra come in tutto il mondo, le sue cifre vanno da 12 a 1, Morales ha spiegato che la Bolivia è situata nell’emisfero sud, non al Nord. Accanto allo strano orologio, nel Parlamento vi era anche una mappa comprendente anche la provincia di Antofagasta, ora territorio cileno, che sbocca al mare, mare perso nella guerra del Pacifico negli anni ottanta del secolo XIX. La cosa ha provocato la protesta del Cile, che ha definito l’episodio come “atto ostile”. La Bolivia ha fatto ricorso alla Corte Internazionale dell’Aja per riavere lo sbocco al mare, la causa è in corso. Morales tenta di riaprire vecchie vicende in cui ha perso parti del suo territorio. Ha provato a rivendicare la regione dell’Acre, ora stato del Brasile, ma il fermo atteggiamento dei brasiliani lo ha fatto desistere rapidamente. Ha addirittura celebrato il 79° anniversario della cessazione delle ostilità nella guerra del Chaco con il Paraguay, che le costò ampie fette del suo territorio.
Morales sembra amare farsi tanti nemici, forse nessuno gli ha spiegato la fine che fece Mussolini, l’ideatore del detto: “tanti nemici, tanto onore”.
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