Vento di autoritarismo
Per la prima volta concordo con Marco Travaglio. Condivido la sua analisi precisa, le ragioni del suo dissenso alle riforme di Renzi. E’ quello che andiamo dicendo da tempo noi Popolari per l’Italia e in particolare il nostro presidente Mario Mauro. Siamo convinti che le modalità della proposta Boschi sulla riforma del Senato e sull’Italicum come revisione della legge elettorale, altro non siano che strumenti istituzionali a uso e consumo di un solo uomo alla guida del Paese. Oggi di Renzi, domani non si sa. Noi cattolici popolari rifiutiamo, per cultura, una visione del genere nella gestione democratica del potere. I dissidenti attuali, a qualsiasi formazione appartengono, non dimentichino al momento del voto in aula che le rivoluzioni contro il potere consolidato, o sono portate alle estreme conseguenze o i promotori finiscono fucilati alla schiena.
Se perdessero la battaglia in atto, chi darebbe più loro un posto in lista? Su tutto ciò fa bene Carlo Castelli, presidente del movimento cristiano dei lavoratori, a proporre una Camaldoli per i cattolici democratici, ma io dico anche per i laici profondamente democratici. E’ ora che le coscienze si sveglino prima che sia troppo tardi. C’è in giro aria di deriva, frutto della crisi economica che investe famiglie, imprese e giovani, e della spavalderia del presidente Renzi che purtroppo fa presa.
Il problema è che questo atteggiamento guascone dimentica che il suo 40 per cento di consensi raccolti alle scorse Europee, visto il grande tasso di astensionismo, corrisponde più o meno al 25 per cento di suffragi rispetto a tutto l’elettorato. Certo, i mass media, la capacità del premier di inventare ogni giorno una soluzione ai tanti problemi che affliggono l’Italia, senza peraltro produrre nulla di concreto, esaltano e supervalutano questo dato. Ma la realtà è diversa. Del resto le dittature nascono sempre da una minoranza dinamica.
Si mobilitino dunque tutte le coscienze critiche e con coraggio e dignità supportiamo i nostri parlamentari perché possano arrestare nel palazzo quest’ondata autoritaria nell’interesse della democrazia del nostro Paese. A un uomo solo al comando e ai suoi aspiranti epigoni la nostra storia ha già dato. E non credo ci si possa sentire orgogliosi per i risultati disastrosi ottenuti. Facciamo in modo che la storia non si ripeta.
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[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente dei Popolari per l’Italia]