Green Economy, le proposte del Consiglio Nazionale
In occasione del Semestre italiano di guida dell’Europa, il Consiglio Nazionale della Green Economy ha presentato al Presidente di Turno un pacchetto di proposte che possono contribuire a far tornare l’Europa ‘all’avanguardia sul cambiamento climatico’, come lo stesso Matteo Renzi ha espresso nel suo discorso programmatico.
Subito dopo il clima, coinvolta nel tema Green Economy è l’economia ed i suoi problemi dello stop alla crescita e della disoccupazione. La Crisi, tuttavia, si sta rivelando in realtà un passaggio dalla Vecchia alla Nuova Economia, e la Sostenibilità sta emergendo come il principio sul quale impostare ogni aspetto del nuovo assetto economico. In pochi decenni dopo la caduta degli ultimi ostacoli alla sua espansione, dalla Cortina di Ferro all’esclusione di Paesi come la Cina dal WTO, la crescita’ della vecchia economia ha superato i limiti del possibile, ha violato l’equilibrio globale tra economia reale e speculativa come quello tra emissioni inquinanti e margine di tolleranza del clima. Crolli di banche e interi Paesi sono arrivati negli stessi anni di alluvioni e tsunami, come in un gigantesco affresco apocalittico pieno di simboli negativi. Con lo shock, in molti hanno cominciato a pensare che l’economia non ‘possa essere’, ma ‘debba essere’ essa per prima, e non solo in senso ambientalista, ‘sostenibile’. Il principio è passato dalle visioni teoriche alla pratica entrando, grazie ai media, in tutti i settori, e attuandosi attraverso l’opera di imprenditori e consumatori, di associazioni e governi, di cantautori e privati cittadini. Oggi si parla di ‘Green Economy’ per indicare sia prodotti ‘sostenibili’, sia il modo anch’esso ‘sostenibile’ di produrre o gestire ogni cosa:cibo, energia, reti di trasporti o di comunicazioni, mobili, abitazioni, lavoro e tempo libero. E’ un nuovo mondo, e noi ne siamo protagonisti.
In linea con questo ‘movimento’ è nato il Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da sessantasei organizzazioni di imprese come Assorinnovabili, Coldiretti, Confartigianato, Federambiente, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Symbola, che ha da poco tenuto un Seminario estivo dedicato proprio alla nuova economia di qualità. Il Consiglio Nazionale della Green Economy ha presentato proposte molto tecniche: quindi può bastare di sapere che sono raggruppate nei sei capitoli Fiscalità ecologica, Clima ed Energia, Agricoltura sostenibile, Risorse idriche, Rifiuti, Crescita ed Occupazione verde. Ma, volendo saperne di più, ecco di seguito un approfondimento.
Primo: fiscalità ecologica. Il Consiglio Nazionale della Green Economy raccomanda di “dare attuazione pratica alle ripetute indicazioni – provenienti dall’Ocse e dalla Ue stessa – per identificare e rimuovere i sussidi pubblici dannosi per l’ambiente attualmente esistenti, di dare attuazione agli indirizzi di contabilità ambientale per misurare il valore del capitale naturale e dei servizi eco-sistemici, per integrare la contabilità ambientale nei processi e nei conteggi economici e di bilancio, di varare un programma di riforma della fiscalità generale integrato con quella ambientale”.
Secondo: clima ed energia. Qui la raccomandazione è di “sostenere incisive misure europee per il clima e l’energia con l’identificazione di tre target distinti – ambiziosi e legalmente vincolanti – per le emissioni di gas serra, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica e la ripartizione degli impegni tra gli Stati Membri attraverso un meccanismo di burden sharing che includa anche meccanismi periodici di verifica dei risultati associati a sistemi premiali o sanzionatori”.
Terzo: agricoltura sostenibile. “Promuovere modelli di agricoltura sostenibile e di qualità nell’ambito della nuova Pac – raccomanda il Consiglio – portando a termine la revisione del regolamento sulla produzione biologica, razionalizzando i sistemi di controllo, ampliando gli strumenti destinati alla costituzione di reti territoriali vocate, stimolando la costituzione di mercati di prossimità, promuovendo la comunicazione rivolta ai consumatori e rafforzando le attività di ricerca e sostenere l’azione del Ministro dell’Ambiente nella direzione di affermare il principio della sovranità alimentare e quindi della libertà dei singoli Stati membri di scegliere la propria strategia agro-alimentare potendo prevedere l’esclusione dell’utilizzo degli Ogm”.
Quarto: risorse idriche. Per il Consiglio è necessario “sostenere un’iniziativa europea per il riutilizzo delle acque reflue soprattutto per uso agricolo e industriale per le quali ad oggi non esistono standard comuni relativi al loro impatto ambientale e sanitario. Il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee costituisce un’importante opportunità per affrontare questa tematica in quanto la Commissione intende proporre entro il 2015 delle misure per incoraggiare il riutilizzo delle acque”.
Quinto: rifiuti. Bisogna “affrontare i nodi aperti a livello europeo in materia di rifiuti dando attuazione alle linee guida europee per la prevenzione della produzione dei rifiuti, rafforzando a livello europeo il Gpp al fine di rendere effettivo e raggiungibile, per le pubbliche amministrazioni, l’obiettivo del 50% di acquisti pubblici verdi; rafforzando il principio della responsabilità estesa del produttore, con il coinvolgimento anche di quelle filiere dove ancora non si applica; innalzando gli obiettivi di riciclo e fissando obiettivi specifici anche per la raccolta e il trattamento dei rifiuti organici”.
Infine, sesto, il tema oggi più sentito, rilancio dell’economia e dell’occupazione: “Rafforzare a livello europeo le politiche per una green economy dando seguito alla Comunicazione della Commissione europea sulla creazione di posti di lavoro nell’economia ‘verde’ di prossima adozione e il lavoro fino ad ora svolto per lo sviluppo di indicatori ambientali e sociali, nell’ambito del progetto europeo per il cosiddetto ‘superamento del PIL’ che si pone l’obiettivo di ampliare il dibattito sul benessere umano a dimensioni diverse da quella esclusivamente economica”.
In sintesi: la cura ed il rispetto dell’ambiente ieri era un costo, oggi al contrario è l’unica vera possibilità di sviluppo e conviene approfittare di questo treno. Che è, appunto, la nuova economia.
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