Informazione libera?
La nostra informazione sia web che tv che cartacea è davvero quasi ridicola; alcune notizie non vengono proprio passate oppure messe in ignorantesima pagina. Gli unici giornali seri, quelli che raccontano tutto di tutti senza temere nulla, ma solo per amore del mestiere, si contano sulla punta delle dita e tra questi c’è il nostro.
Quando Silvio era re, tutto quello che veniva scritto su di lui specie dai giornali esteri, veniva strariportato, strasbandierato e stracommentato da tutti. Adesso, quei gentleman dell’Economist, sempre pronti con lo scudiscio, parlano di mr Renzi e quasi nessuno lo riporta; forse perché l’articolo non è di elogi, anzi. Dice testualmente: fa molte promesse ma non entra nei dettagli: “Ha promesso una riforma al mese fino a giugno. Ma non c’era nessuna spiegazione reale del come trovare i soldi per farlo“. E vanno giù pesanti come solo loro sanno fare.
Come dimenticare titoli pensati per Silvio del tono “L’uomo che ha fottuto un paese” oppure ”tutte le poesie sul Bunga Bunga”. Articoli riportati a lettere cubitali dalle varie testate serie; e giù vergogna, lurido satrapo, nano maledetto e varie robe del genere. E la copertina con Silvio e Grillo e la scritta “Entrino i Clown”?
Insomma questi inglesi spesso ficcano il naso nelle nostre cose e ci danno dentro. E stavolta hanno fatto un ritratto di Mr Renzi poco bellino e poco condiviso. Che dire, forse dopo la splendida figura fatta sfoggiando lo splendido padroneggiamento della lingua, i giornali italiani vogliono aiutarlo e convincerlo a frequentare il Cepu.
Il dubbio che emerge nell editoriale sul blog dell’Economist Charlemagne, non è un dubbio nuovo ma attuale: dopo aver ammaliato l’Europa intera, Matteo Renzi può veramente passare dalle parole ai fatti? Sarà veramente Matteo il grande salvatore dell’economia? L’Economist continua analizzando il motivo del suo recente successo europeo: uno dei fattori che ha contribuito è sicuramente la paura dei grillini vuoto a perdere, la mancanza dell’alternativa e la paura e rassegnazione dell’italiano.
Insomma ne fa un quadro penoso. E poi lo critica per questa super esposizione mediatica con le foto delle scrivanie piene di carte; mostrare cose così non vuol dire davvero lavorare, continua l’Economist. Insomma la solita fuffa italiana? E poi lo sprona: e come se non con un Hastag? #matteohurryup
Certo è che se non ci fosse il web, sapremmo un quarto di ciò che davvero viene scritto. Che pensare? Giornalisti schierati? Controllo sulla libertà di stampa? No, io direi poca preparazione e poca illuminazione e, soprattutto, poco senso critico.
Ma noi del web… all’erta stiam e tutto divulghiam!
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