Venice Declaration, l’Europa digitale del Governo italiano
Dopo l’estate, e più precisamente in ottobre, si terrà la prima riunione del Consiglio dell’Unione europea sul digitale. Come contributo fondamentale a questo importante appuntamento, il Governo italiano ha deciso di presentare il documento denominato “Venice Declaration – per un’Europa più digitale”, riportante i fondamentali principi, gli obiettivi e le più rilevanti proposte per un’Europa digitale.
La “Venice Declaration” è stata presentata ufficialmente lo scorso 8 luglio, in seno alla fortunata manifestazione “Digital Venice” – di cui abbiamo già avuto modo di parlare – rappresentandone il momento più importante, sia per l’aspetto formale che in quanto fonte di direttive e dichiarazioni sostanziali e di grande utilità operativa. Il documento prodotto rappresenta il punto di partenza per valutazioni, riflessioni e decisioni da parte dei ministri di settore di tutti gli Stati membri, al fine di lavorare all’elaborazione di una proposta da indirizzare poi, direttamente, alla Commissione europea.
Le premesse su cui si basa il documento sono: la dichiarata necessità di una totale fiducia nei confronti del mezzo Internet, anche in considerazione delle sue profonde ed insostituibili potenzialità in termini di democratizzazione tecnologica, la concreta possibilità di risollevare, attraverso la Rete ed un sicuro processo di digitalizzazione, le sorti degli stati membri afflitti dalla crisi economica, la necessità di porre sempre maggiore attenzione al tema della sicurezza, naturalmente minata da un uso improprio di uno strumento tanto potente e penetrante quale è Internet e, infine, l’opportunità imperdibile di trasformare le maggiori realtà urbane comunitarie in “laboratori digitali”. Il concetto di Smart City è quello più prossimo a quanto espresso nella “Venice Declaration”: le più moderne tecnologie possono infatti contribuire enormemente alla razionalizzazione dei luoghi di vita e di lavoro dei cittadini europei, oltre che ad un significativo risparmio energetico, con conseguente facilitazione dell’attuazione delle più urgenti politiche ambientali.
La premessa fondamentale del documento risiede nella considerazione che l’economia digitale occupa solamente il 7% dell’intera economia europea; questo dato è destinato ad aumentare speditamente e a rappresentare il driver della ricrescita; ciò non può prescindere dall’obiettivo di rendere la Rete Internet percorribile da tutti i cittadini europei, indipendentemente dal luogo geografico in cui si ritrovano e dal mezzo utilizzato per connettersi. Solamente fornendo a tutti i cittadini questa opportunità – sarebbe anzi più corretto parlare di diritto, ormai – sarà possibile garantire a tutti i settori di business, operanti in un mercato comunitario che conta ben 508 milioni di consumatori – un futuro beneficio figlio dell’ICT.
Le proposte avanzate vanno dalla centralità da fare assumere all’economia digitale, alla necessità di creare dei digital cluster meta-settoriali e meta-nazionali, dalla creazione di un mercato unico per beni e servizi digitali, regolato fiscalmente e relativamente al copyright in modo chiaro e senza discriminazioni, al raggiungimento di ampissime connessioni ad Internet ad alta velocità entro il 2020.
Questi ed altri sono i presupposti e gli obiettivi di un’Europa digitale; questa è l’occasione per l’Italia per rendersi autentica protagonista, relativamente a un tema che rappresenta uno dei pilastri assoluti del progresso economico, politico e sociale del progetto europeo.
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