Italia delle Regioni
Recente audizione dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (davanti alle Commissioni cultura e attività produttive della Camera) sul Decreto legge 83/2014 “disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”. Nel corso dell’incontro sono intervenuti l’Assessore Mario Caligiuri (Regione Calabria), coordinatore della Commissione beni culturali per la Conferenza delle Regioni, e l’Assessore Maurizio Melucci (Regione Emilia-Romagna) in rappresentanza della Commissione turismo della Conferenza delle Regioni.
Gli Assessori hanno fornito le loro prime valutazioni in attesa che sul tema si esprima la Conferenza delle Regioni. “Le Regioni hanno comunque espresso complessivamente un giudizio positivo sul decreto Franceschini – ha spiegato Melucci – sottolineando in particolare gli aspetti relativi alla crescita, alla digitalizzazione e alla riqualificazione alberghiera, ed hanno chiesto una maggiore attenzione sul fronte delle risorse. In particolare le Regioni chiedono – ha aggiunto Melucci – che dopo la conversione in legge del decreto si attui in tempi brevi, attraverso la sottoscrizione di una intesa forte fra Stato e Regioni, la nuova classificazione alberghiera per arrivare ad una maggiore omogeneità su tutto il territorio dei riconoscimenti attribuiti alle strutture ricettive.”
L’Assessore Mario Caligiuri ha affrontato invece il tema della deducibilità degli investimenti in cultura, chiedendone l’estensione anche agli enti privati di controllo pubblico e alle onlus specificamente orientate alla promozione della cultura. Inoltre ha apprezzato il “progetto Pompei”, che va nella direzione di valorizzare una bene culturale meridionale di valenza universale. Per quanto attiene il previsto Piano strategico dei grandi progetti culturali “è importante – ha detto Caligiuri – che le Regioni siano consultate nell’individuazione delle opere, attraverso la Conferenza Unificata”. Infine l’Assessore ha affrontato il tema delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche chiedendo una riforma dell’intero sistema dello spettacolo e a questo proposito serve “un confronto costante tra Regioni e Commissione parlamentare sui diversi temi che attengono allo sviluppo e alla promozione culturale del Paese”.
La Conferenza sottopone altresì le seguenti proposte integrative in merito ai distretti turistici costieri. I distretti turistici costieri sono stati previsti dall’art. 3 del Decreto Legge n. 70/2011, convertito in Legge n. 106/2011, modificato dall’art. 66, comma 1 bis, del D.L. n. 83/2012, convertito in Legge n. 134/2012, allo scopo di favorire il rilancio del comparto e di riqualificare e rilanciare l’offerta nazionale, migliorando l’efficienza dell’organizzazione e della produzione dei relativi servizi. La Conferenza delle Regioni italiane richiede che nella Legge di conversione del relativo Decreto Legge sia ripristinata la possibilità di istituire i distretti turistici costieri.
Sul fronte dell’ANCI, per le nuove Province i Comuni italiani invitano alla collaborazione istituzionale ai vari livelli per evitare forme di “disimpegno finanziario” per garantire i servizi essenziali ai cittadini. Finora le Province hanno assolto a funzioni fondamentali per i cittadini, come le scuole, i trasporti, la difesa del suolo e i centri per l’impiego. Non è in discussione la loro importanza per la vita delle comunità, quanto un nuovo modello di gestione delle funzioni da loro gestite. Le province, anche nella loro forma di enti di secondo grado, avranno un ruolo strategico e per questo bisogna evitare in tutti i modi di disinvestire e smobilitare, soprattutto nella fase di transizione di questi mesi”. Lo sottolinea il presidente dell’Anci, Piero Fassino, concludendo i lavori della seconda sessione del convegno sulle riforme dell’ associazione, dedicata all’avvio delle ‘nuove’ province. “Non credo si possa contestare la necessità di un ente di portata sovracomunale, ma allo stesso tempo – aggiunge Fassino – il passaggio ad un tipo di provincia di secondo livello non cambia l’importanza dei servizi erogati ai cittadini”. Il vero problema è – secondo il presidente dell’Anci – comprendere che il passaggio ad un nuovo sistema di rappresentanza, non muove di una virgola la necessità di garantire i servizi ai cittadini, “allo stesso livello se non in modo qualitativamente migliore di quanto fatto fino adesso”.
Il nodo è quindi quello di evitare il disimpegno finanziario verso le province, e questo vale innanzitutto nella fase transitoria che si conclude a fine anno: “Da qui al 31 dicembre le ‘province in scadenza’ non dovranno limitarsi a garantire le funzioni inderogabili ed indifferibili. Ma – nota Fassino – dovranno continuare a gestire i servizi al meglio delle loro possibilità, motivo per cui bisognerà trasferire loro adeguate risorse”. Le garanzie finanziarie valgono a maggior ragione per quando i nuovi enti provinciali entreranno in funzione: “Non possiamo fare ‘le nozze con i fichi secchi’ – ribadisce il presidente Anci – se si assegnano nuove e più importanti funzioni, si dovranno prevedere risorse adeguate”. Un tema questo che “incrocia necessariamente quello dello dei tributi propri, su cui città metropolitane e nuove province dovranno contare”.
Tale attenzione finanziaria è indispensabile anche per evitare il rischio di contrapposizioni inutili tra città metropolitane e nuove province. “Tutti i territori hanno la stessa importanza – ricorda il leader dei sindaci – e come amministratori abbiamo il dovere di dedicarci alle esigenze di tutti i cittadini. Per Fassino in definitiva è “sbagliata la rappresentazione competitiva” dei nuovi enti territoriali. Anzi “bisogna creare il giusto clima di collaborazione per costruire insieme, Città metropolitane e ‘nuove Province’, un nuovo assetto. Tanto più che – conclude – abbiamo lo stesso rapporto negoziale da costruire da un lato verso il governo centrale e dall’altro verso le Regioni”.
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