Panarea (Film, 1997)
Panarea è un teen-movie ispirato al classico vanziniano Sapore di mare, un comico balneare fuori tempo massimo, spruzzatine di commedia sexy, vera e propria icona trash dopo l’uscita televisiva, visto che al cinema (11 gennaio 1997) non lo vede nessuno. La colonna sonora latineggiante è grandissima: Macarena, Without you, Sexy eyes, Baby love, Somebody to touch me, Funky, El Venao, I Wish, Meneaito beep beep, Dica, Soy tu marido, La hamaguita, Esa negra quiere un macho, Give me a breach.
L’ambientazione a Panarea è perfetta, fotografata come cartolina vacanze da Sebastiano Celeste, che cinematograficamente non sarà un genio, ma come pubblicitario del territorio fa il suo dovere. Giuseppe Moccia, in arte Pipolo, padre di Federico, firma il suo unico film da solista, anche se gran parte del lavoro di sceneggiatura lo fa in collaborazione con il fido Franco Castellano. Stile quello di sempre, ché la premiata ditta Castellano & Pipolo non si sogna neppure lontanamente di confezionare cinema impegnato, ma cavalca le mode, asseconda i gusti più commerciali, realizza operine piccole piccole, ma con mestiere e professionalità. Pipolo senza Castellano è un po’ come Franco senza Ciccio, al punto che dopo la scomparsa del secondo, il primo torna al cinema solo nel 2001 per Se lo fai sono guai di un redivivo Michele Massimo Tarantini.
Panarea non è un film interessante, realizzato nel 1986 e uscito nei primi giorni del 1987, è un giovanilistico molto leggero, ambientato sull’isola per raccontare storie di amici con ragazza in comune, sorelle minori rompiballe, amori che nascono e muoiono nel corso di una vacanza, conquiste facili, feste in maschera, genitori che si vedono distruggere la villa da figli e domestici. Battutacce tipo: “Per vedere il pesce non doveva andare sott’acqua bastava il mio!” (metacinematografico l’ironico commento dell’attore che giudica pesante la battuta), “Non sarà mica dentifrocio?” (alludendo a un ragazzo imbranato che chiede sempre il dentifricio alla ragazza che gli piace), “E che ti sei portata la banana in Africa?” (detta a una ragazza che va a Panarea con il fidanzato). Tutto contribuisce al lancio turistico-popolare di Panarea, soprattutto la splendida fotografia sottomarina, la veduta dei faraglioni, le Formiche, gli squarci paesaggistici da cartolina. Musica latina commerciale a tutto spiano, intervallata da brani disco-music e da Niccolò Fabi con vaghi sentori di Marco Masini (Brutta stronza). Citazioni della commedia sexy tra docce nude, carezze dal sapore lesbico su scogliere per ricordare Peccati di gioventù, senza Guida-Lassander, ma con Alessia Merz, sederi e seni al vento, ma con parsimonia.
Attori giovani non molto bravi, ma in tempi recenti abbiamo visto di peggio, guidati con mestiere da Pipolo, soprattutto doppiati che almeno la faccia è salva. Gergo giovanilistico a gogò: s’acchiappa un casino, mi piace una cifra… Ironia su classico del cinema come Via col vento (Domani è un altro giorno), ma pure su Thelma e Louise e tanto Sapore di mare, anche se siamo di fronte a una brutta copia dichiarata. Guido Nicheli ci lascia una delle sue tante interpretazioni fotocopia da cummenda milanese (il figlio scemo parla come lui) mentre Mariangela Giordano è la moglie, trait d’union con la vecchia commedia sexy. I giovani attori sono tutti scarsi, non vale la pena citarli, Alessia Merz è la sola che può tentare di competere con le bellezze del vecchio cinema comico – erotico.
La critica. Tutti concordi (pure io) nell’assegnare al film una sola stella. Paolo Mereghetti: “Gioventù infoiata in vacanza a Panarea. Ritmata dalle insopportabili note della macarena, una specie di sit-com decerebrata dove gli sceneggiatori Castellano e Pipolo continuano a scambiare espressioni pseudo gergali per dialoghi e sketch televisivi per cinema. Ai limiti dell’insopportabilità il recupero del ganassa milanese interpretato da Guido Nicheli. Il disc-jockey Capitan Cook è Bernardo Cherubini, fratello di Jovanotti”. Forse è nato con questo film il television-movie. Marco Giusti: “Disastroso tardo Castellano & Pipolo, diretto chissà perché dal solo Pipolo. Non fa una lira e si capisce. Gli unici nomi noti sono quelli di Guido Nicheli, che ripete ossessivamente il suo personaggio, e di Mariangela Giordano. Di tutto il cast la sola Alessia Merz ha fatto un po’ di fortuna in tv. Panarea, resa celebre dal Postino di Troisi, è qui solo un’isola dove i ragazzetti romani vanno a rimorchiare. Sembra un tv-movie. Il pubblico non ci casca”. Inutile proseguire. Certo, Castellano & Pipolo li ricordiamo più volentieri negli anni Ottanta alle prese con Adriano Celentano e Ornella Muti, ma di fronte a sciatterie contemporanee stile Napoletans rivalutiamo persino Panarea.
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Regia: Pipolo. Soggetto: Castellano e Pipolo. Sceneggiatura: Castellano, Pipolo, Simone Cesareo. Fotografia: Sebastiano Celeste (con il nome di Nino). Montaggio: Antonio Siciliano. Produttore: Giovanni Di Clemente per Medusa Film. Durata: 100’. Genere: Commedia. Interpreti: Alessia Merz, Andrea Livio, Guido Nicheli, Mariangela Giordano, Alessandro Mascali, Massimo Bulla, Alessandro Cozzani, Hoara Borselli, Ilaria Giorgino, Nadia Munno, Adelmo Togliani, Simona D’Azelio, Antonio Matessich, Giorgia Riccardi, Guia Jelo, Bernardo Cherubini, Daniel Quint, Alessio Maria Federici.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]