Rassegna stampa estera
Economia e politica estera. Questi i due principali argomenti trattati dalla stampa estera in questi giorni e che ci riguardano. Da tempo i media internazionali monitorano la grave crisi che colpisce il nostro Paese e che, a quanto pare, non trova soluzioni convincenti. Se all’inizio del mandato di Matteo Renzi le grandi testate internazionali, sia anglofone che francofone, lo sostenevano a spada tratta, le domande sull’efficacia delle sue manovre si fanno sempre più critiche.
Oggi le riforme annunciate assumono sempre più la forma di un grande punto di domanda. Il settimanale inglese The Economist fa percepire che Renzi, forse, ha fatto il passo più lungo della gamba “annunciando più riforme di quelle che potrà realizzare”. Scrivono sull’autorevole giornale londinese che “i risultati di Renzi saranno inutili finché non farà rinascere l’economia. Per riassestarla servono molte riforme strutturali, dalle liberalizzazioni alle privatizzazioni delle imprese pubbliche, accelerando i Tribunali apatici e combattendo la corruzione endemica.” Ma, al di là dei bei propostiti, l’Economist suggerisce a Renzi di “perdere meno tempo” a far pressioni sull’UE e lavorare di più sulla “flessibilità dei mercati italiani del lavoro e della produzione”.
Sul Shanghai Daily, Eric J. Lyman si chiede se “Renzi possa “trasformare l’Italia nel motore per la crescita dell’UE”. Il termine “locomotiva economica”, scrive il giornalista, viene solitamente attribuito alla Germania, per questo ha suscitato una certa perplessità nei suoi interlocutori europei quando lo ha usato. Lyman chiede a Carlo Filippini, professore di economia alla Bocconi, se il nostro Paese può veramente diventare il volano d’Europa. La risposta e carica di dubbi e con una certezza, che “questo non accadrà certamente a breve termine”. I nostro nemici sono la flessione della produzione industriale, la sfiducia dei consumatori, la crescita del debito pubblico, la disoccupazione. Per l’economista Javier Noriega, è presto dare una sentenza. Se è vero che “gli indicatori economici non dipingono una bella immagine, ma dobbiamo ricordare che le riforme economiche producono risultati molto lentamente”. C’è però ottimismo tra questi economisti. “La possibilità di trasformare la pesantemente tassata, burocratizzata, lenta economia italiana in un motore di crescita esiste, grazie alle riforme in Agenda e quelle che dovranno venire.”
Meno ottimisti Gavin Jones e Giuseppe Fonte che scrivono un lungo articolo per Reuters (ripreso da Gulf Times), dove affermano che Matteo Renzi fa molta fatica a mettere un freno alla spesa pubblica, e si chiedono perché non abbia preso in considerazione le 72 pagine scritte da Carlo Cottarelli, al quale è stato fatto lasciare per questo un prestigioso incarico al FMI per lavorare sulla spending review. “La maggior parte dei tagli suggeriti nelle 72 pagine redatte sullo stato della Pubblica Amministrazione, sembrano essere state ignorate dal Governo Renzi”. Già, e la domanda è ancor più giustificata se pensiamo che il dossier ora è in mano a un altro “esperto”, Yoram Gutgled. Intanto sulla stampa estera piovono le notizie sull’aumento della povertà (10,5 milioni di persone per Le Nouvel Obervateur) e sui record registrati dall’aumento del debito pubblico: 2166,3 miliardi di euro (Le Figaro).
C’è poi tutto il capitolo politica estera. Se è vero che le discussioni maggiori si svolgono a Strasburgo e coinvolgono tutti i Paesi membri dell’UE per la nomina del nuovo Alto Commissario per gli Affari Esteri, la cosa ci riguarda da vicino perché tra i maggiori competitor c’è la nostra Ministra degli Esteri Federica Mogherini. Il titolo dell’articolo apparso su Libération da il polso della situazione: UE: les dirigeants tentent de résoudre le Rubik’s Cube européen. E’ vero, questo è più un rompicapo che un semplice avvicendamento ai posti chiave. Scrivono sul quotidiano francese che “i dirigenti europei tenteranno mercoledì sera di risolvere il rompicapo delle nomine a capo dell’UE, divisi tra la loro volontà di ridare un tono a un’Europa screditata e i loro tradizionali mercanteggiamenti per le alte cariche brussellesi”. Continua l’articolo: “L’Italia esige la carica (di Alto Commissario per gli Affari esteri, ndr) per la sua giovane Ministra degli Affari Esteri, Federica Mogherini. Ma alcuni Paesi dell’Est, Lituania in testa, si oppongono apertamente per via della posizione di Roma giudicata troppo favorevole a Mosca”. Impuntatura strumentale per ottenere qualcosa di più o fatta a ragion veduta? In effetti, qualche giorno prima, nonostante le sanzioni che planano su Mosca, RIANOVOSTI pubblicava la notizia della “ferma volontà di Russia e Italia di mettere in pratica il progetto di gasdotto South Stream”, tratta da una dichiarazione del Ministro degli Esteri russo Lavrov “a seguito di un incontro con l’omologa italiana Federica Mogherini”. Accusa ripresa a grandi titoli dal Financial Times, con un lungo e dettagliato articolo di Rachel Sanderson e Christian Oliver sui nostri rapporti commerciali con la Russia. “Ma, sottolinea il professore di Relazioni Internazionali della Luiss, Raffaele Marchetti , “questa riluttanza dell’Italia sulle sanzioni è tradizionalmente condivisa dalla Germania”.
Quello che è certo è che Renzi sta cercando di occupare più spazio vitale possibile, pestando più o meno i piedi. La nostra presenza nel Mondo sembra farsi sentire di nuovo. Riacquisteremo anche peso? Lo vedremo nei prossimi mesi, le variabili sono troppe per fare previsioni.
Charlemagne per The Economist: “(…) Dopo soli quattro mesi al potere è presto per giudicare Renzi. A parole, sembra sposare riforme esaurienti e libero mercato. Insiste nel dire che per cambiare l’Europa bisogna che prima cambi l’Italia. La sua promessa di fare una grande riforma al mese appare esagerata. Oggi Renzi afferma aver bisogno di 1000 giorni per fare la differenza, non 100. Dall’altro lato della medaglia del suo essere giovane ci sono l’inesperienza, l’improvvisazione e momenti di vuoto (…) Renzi ha ragione nel dire che l’eccessiva austerità ha danneggiato le economie europee. Ma i problemi italiani (…) nascono molto prima della crisi dell’Euro. Se la Germania frena sulla condivisione dei debiti per rafforzare la moneta unica, è in parte per i profondi sospetti verso l’Italia.” (…) (Charelmagne, A twitter about Renzi, The Economist, 12 Luglio 2014)
Renzi struggling to rein in Italy’s big-spening state, titolano Gavin Jones e Giuseppe Fonte il loro articolo scritto su Reuters.”Carlo Cottarelli ha lasciato un lavoro di grande responsabilità presso il Fondo Monetario Internazionale lo scorso anno per aiutare il Governo italiano a tagliare l’elevata spesa pubblica. Nove mesi dopo, il rugoso economista cinquantanovenne neo nominato ‘Commissario per la Spesa” ha fatto pochi progressi. La maggior parte dei tagli suggeriti in una recensione di 72 pagine sulla PA italiana – un tomo inedito visto da Reuters che raccoglie disfunzioni che fanno dai falsi invalidi alle attività di polizia – sembrano essere stati ignorati dal Governo Renzi (…) Gli ostacoli che deve affrontare la missione di Cottarelli – lobby politicamente influenti e una burocrazia inefficiente – sono gli stessi che hanno trascinato l’economia dell’Italia ad un vero e proprio arresto negli ultimi 20 anni”.(…) (G. Jones, G. Fonte, Reuters, 13 Luglio 2014 – Gulf Times, 13 Luglio 2014)
Eric J. Lyman titola il suo pezzo Can Renzi turn Italy into a motor of EU growth? “(…) Filippini, Noriega, Paganini e altri esperti concordano nel fatto che rivesta una grande importanza il fattore pubbliche relazioni nelle presuntuose dichiarazioni di Renzi, che deve fare in modo che gli italiani credano in loro stessi e nel futuro del loro Paese.” (E. J. Lyman, Shanghai Daily, 13 Luglio 2014)
Riporta Le Nouvel Observateur “In aumento, la povertà toccava il 16% della popolazione nel 2013. Il PIL italiano è sceso dello 0,1% nel primo trimestre del 2014 (…) La povertà ‘assoluta’ colpisce il 9,9% degli italiani, ossia 6,2 milioni di persone, quando nel 2008 colpiva ‘solo’ 4,81 milioni di abitanti. La povertà ‘assoluta’ è caratterizzata dall’impossibilità di pagare beni e servizi considerati come ‘essenziali’ per avere un livello di vita ‘un minimo accettabili’.” (…) (AFP per Le Nouvel Observateur, Italie, 10,5 millions de persone pauveres, 14 Luglio 2014)
Richard Heuzé scrive su Le Figaro:”Lo Stato italiano si è impegnato a regolarizzare quest’anno 86 miliardi di euro di fatture in ritardo nei pagamenti ai suoi fornitori. Il debito italiano ha stabilito un nuovo record raggiungendo 2166,3 miliardi di euro a Maggio, secondo la Banca d’Italia. Ossia 20 miliardi in più del mese precedente (…) Il Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, si è dichiarato determinato a non aumentare le tasse e rifiutato in anticipo qualsiasi prelievo forzoso per ridurre le spese.” (…) (R. Heuzé, La dette de l’Italie continue de se creuser malgré Renzi, Le Figaro, 15 Luglio 2014)
Rianovosti scrive:” La Russia e l’Italia hanno confermato la loro volontà di cominciare i lavori del progetto di gasdotto South Stream (…) Tuttavia, la Commissione europea afferma che questi accordi costituiscano una deroga alla legislazione europea, soprattutto alle disposizioni del Terzo pacchetto di liberalizzazioni del mercato dell’energia chiamato ufficiosamente ‘terzo pacchetto energia’ (…) La Russia ha da parte sua cominciato una procedura giudiziaria in seno all’organizzazione Mondiale del Commercio in seguito all’applicazione dell’UE di questo ‘pacchetto’ che vieta ai produttori di idrocarburi di possedere e gestire le reti di trasporto e distribuzione dei derivati energetici in Europa.” (…) ( South Stream: Russie et Italie déterminés à réaliser le projet (Lavrov), Rianovosti, 10 Luglio 2014)
Rachel Sanderson e Christian Oliver sul Finacial Times: “Per gran parte dei sei mesi di stallo sull’Ucraina, i diplomatici hanno descritto la risposta incostante dell’Ovest ai tatticismi della Russia come il risultato di un braccio di ferro tra i sostenitori della linea dura del Dipartimento di Stato americano e di una Germania più reticente. Ma appena Angela Merkel è diventata meno incline ai compromessi ed ha avuto la meglio sugli elementi meno intransigenti del suo Ministero degli Esteri, diplomatici dell’UE affermano che un nuovo ostacolo alle sanzioni anti russe più dure è emerso: l’Italia.” (…) (R. Sanderson, C. Oliver, Italy accused of blocking tougher sanctions on Russia, Financial Times, 13 Luglio 2014)
UE: les dirigeants tentent de résoudre le Rubik’s Cube européen, titola Libération. “(…) Dopo lo psicodramma della nomina di Juncker a fine Giugno contraddistinto dall’opposizione estrema del Primo Ministro britannico David Cameron, il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha deciso che le prossime nomine si sarebbero fatte all’unanimità dei 28 (…) L’Italia esige l’incarico per la sua giovane Ministra degli Esteri (…) ma alcuni Paesi dell’Est, Lituania in testa, vi si oppongono apertamente per via della posizione di Roma giudicata troppo incline a Mosca. Juncker, invitato Mercoledì sera al summit europeo, dovrà essere consultato per la nomina del vice Presidente della Commissione. Anche lui non sembra essere particolarmente preso dalla Mogherini, preferendo una ‘personalità rispettata e con una buona dose di esperienza’.” (…) (AFP per Libération, 16 Luglio 2014)
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