AltaRomAltaModa, un bilancio
Si è ormai conclusa la XXV edizione di AltaRomAltaModa e ora si tirano le somme per vedere quali gli abiti che troveremo nella prossima stagione in vetrina, quali i tessuti più ricercati e quali gli stilisti più acclamati, certo è che l’evento ha chiamato a sé numerosi addetti ai lavori.
La kermesse Alta Roma 2014, guidata dalla Presidente Silvia Venturini Fendi, ha lanciato nuovi nomi nel mondo del made in Italy. La decima edizione di Who is on Next? ha consacrato al mondo della sartoriaPiccione.Piccione, il brand creato da Salvatore Piccione per una donna tutta stampe e ricami, premiata per la sua creatività e potenzialità stilistiche è Daizy Shely, nella sezione accessori è stata premiata per le proposte artigianali di alta qualità Corion di Milica Stankovic.
Per quanto riguarda la prima edizione del Premio Fernanda Gattinoni ne esce vincitrice la giovane Claudia Stroppaghetti, allieva dell’Accademia Moda Maiani, alla quale è stata data l’opportunità di frequentare uno stage di sei mesi presso l’atelier Gattinoni, mentre il secondo premio lo ha ricevuto Consuelo Nanni.
Molti le grandi firme che hanno approfittato di questa vetrina per presentare le loro collezioni, tra cui spicca Renato Balestra, che ha completamente rivoluzionato le passerelle proponendo una donna più dolce e rassicurante avvolta in abiti dalle tonalità rosa; diverso l’obbiettivo di Raffaella Curiel che si è ispirata all’opulenza ortodossa degli zar di Russia. Ancora più distanti le eleganti geometrie proposte da Rocco Palermo per la Maison Sarli, richiamato all’atelier romana dal nuovo imprenditore Massimo Anselmi.
Etnico ed arabeggiante lo stile Giada Curti che ha proposto i suoi abito con originali ed eleganti turbanti; ispirati a Frida Kahlo gli abiti anni ’60 creati e reinterpretati da Tina Modotti e l’architetto Louis Barragan per San Andres Milano.
AltaRoAltaModa non è solo sfilate e passerelle, tra le tante iniziative proposte, di grande impatto è stato l’evento organizzato da Antonio Falanga. 100 Alta Moda al Museo Storico della Fanteria, questo il titolo, è stato un originale tributo realizzato, in occasione del Centenario della Grande Guerra, in collaborazione tra l’Esercito Italiano e Accademia del Lusso per rendere omaggio al valore, sempre più dissacrato, dell’unita del nostro paese. Ma ha rappresentato soprattutto occasione per promuovere un settore strategico della moda italiana, le creazioni fatte a mano da importanti designer e nuove promesse. Sono stati realizzati outfits e accessori moda di colore verde, bianco e rosso, assemblati in istallazioni originali volte a ricordare il nostro tricolore.
Non va trascurato l’evento rivolto alla moda etica The Beat of Africa, fashion showdedicato alla primavera estate 2015 e realizzato in collaborazione con l’International Trade Centre Ethical Fashion Initiative, una sovrapposizione di trompe-l’oeil e stampe multicolori con materiali realizzati interamente a mano in Burkina Faso e accessori ispirati alla genuina cultura dei nativi haitianie che ha avuto la sua espressione con le passerelle di Duaba Serwa, Mina Evans, Lisa Folawiyo e la vera protagonista della serata Stella Jean.
La kermesse capitolina si è conclusa, tra lacrime e soddisfazioni, con le sfilate di chiusura dell’anno accademico delle alte scuole di sartoria romana. La Scuola di Moda di Ida Ferri ha proposto per la figura femminile linee sinuose e sfarzo di colore, mentre gli abiti lunghi esaltano la figura con ricami e applicazioni. Per l’uomo, gli allievi, hanno proposto un eleganza sportiva esaltata dai dettagli mixati al colore quasi a riprodurre la tela di un pittore.
Accademia Italiana spicca per l’eco sostenibilità dei materiali utilizzati e per le proposte vintage che hanno celebrato i suoi trenta anni di attività. Così la passerella si è illuminata con gli abiti scultura fatti con alluminio, polistirolo e cd frantumati e abilmente rielaborati per rendere omaggio a Gustav Klimt e agli echi tribali, etnici, dei tessuti organici utilizzati.
Gli alunni di Creazioni moda di Maria Maiani hanno riportato alla luce la femminilità e il lusso degli anni ’40 e ’50, proponendo linee e tessuti propri dell’epoca. A far da padrone in passerella, uno dei must have di tutte le donne, il tubino, proposto in ogni lenea e colore e poi cappellini, guanti, cerchietti e velette hanno accessoriato le silhoutte proponendo una figura sobria ed elegante.
Rivolti alla streetart, sono le creazioni degli allievi dell’Accademia Altieri Moda e Arte, che hanno proposto una visione urban style del mondo fashion. A testimoniare l’evoluzione delle tecniche acquisite durante il percorso formativo, per la prima volta i giovani allievi del primo anno si sono esibiti con proposte di ispirazione orientale dalle calde nuance, ornate di drappeggi confezionati con intagli etnici, di diversa fattura le creazioni degli alunni del secondo anno, che hanno rielaborato l’intramontabile bianco e nero, proponendo nuovi intagli nei materiali di silicone e metallo.
Si chiude così un altro capitolo della moda italiana non senza polemiche, rivolte ai fondi pubblici sempre più pochi e sempre meno certi che bloccano il volo dell’evento verso le alte vette della moda internazionale.
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