Grillo allo sbando
Sembrano lontani i tempi in cui il leader dei 5 stelle sbeffeggiava Renzi, incaricato premier, in un monologo in streaming per le consultazioni, forte di una congiuntura politica favorevole non sembra per niente intimorito dal giovane Sindaco di Firenze che, con malcelato nervosismo, liquida il leader dei pentastellati.
Sono passati solo pochi mesi e oggi Grillo pare addomesticato dall’irrefrenabile Premier. In mezzo, la sonora batosta elettorale delle Europee. È da li che il movimento è entrato in un tunnel recessivo dal quale non sembra più uscire. Tutto ad un tratto Grillo si è dovuto arrendere al sistema, quel sistema che doveva scardinare dall’interno, senza compromessi ne accordi, in puro stile rivoluzionario. Ma la storia ha consegnato una sceneggiatura completamente diversa. Al tavolo con il “vecchio sistema ci si è dovuto sedere eccome. Renzi è riuscito, in minima parte, a ridare fiducia e credibilità a quella classe politica ormai ostaggio dell’intransigente opinione pubblica. Così l’elemento cardine dei 5 stelle ha perso di intensità al punto da costringere il movimento al dialogo.
Renzi, che non si è fatto trovare impreparato, ha colto al volo l’opportunità di creare serie difficoltà a Grillo e Casaleggio. Dopo il deludente risultato elettorale, i malumori all’interno del movimento sono stati molti, dai parlamentari ai sindaci, passando per gli iscritti al blog. Il “vinciamo poi” non ha convinto e tutto il partito sembra ostaggio di sé stesso.
A far perdere credibilità e compattezza non è stata la decisione di sedersi al tavolo delle riforme in quanto tale, bensì l’inevitabile necessità al dialogo laddove tutte le forze politiche, anche di opposizione, al corale appello al “bene comune” hanno deposto momentaneamente le armi a favore del confronto.
Grillo ha capito di essere stato messo all’angolo: da una parte non avrebbe potuto opporsi al confronto laddove tutti insieme si tenta di ridare fiducia al paese; dall’altra parte sapeva che sedersi al tavolo con tutti avrebbe inevitabilmente indebolito il carattere antagonista con cui era stato fondato il Movimento, spaccandolo tra dialoghisti ed intransigenti.
Messo di fronte all’inevitabile sconfitta, il leader genovese ha optato per il buonsenso: il confronto. Dal canto suo Renzi, da vorace squalo, non si è fatto scappare l’occasione di ingoiare in un sol boccone Grillo ed ha imposto delle dure regole alla trattativa.
Gli incontri delle ultime settimane sono state il chiaro esempio di come Renzi ormai addomestichi Grillo. È chiaro ed evidente che la forza con cui il socio di Casaleggio fondò il movimento si stia dissipando irrimediabilmente. Resta da capire se l’omologazione pentastellata possa nel lungo termine portare ad una inversione di trand o se segnerà il definitivo declino di una meteora della politica italiana.
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