Lavoro USA, meno ore più produttività
“Il business, di qualunque settore si tratti, riflette la società. E la società (ma anche il business) è migliore quando c’è uguaglianza. Per questo io incoraggio le donne a entrare nel settore tech”, dice Nicola Mendelsohn, 41 anni, una delle manager di Facebook che, oltre a gestire marito e quattro figli, da nove mesi è vice presidente del Social per l’area EMEA (Europa, Medioriente e Africa). La donna, nativa della Gran Bretagna, è stata scelta dopo una ricerca di mezzo anno, prendendo il posto di Joanna Shields che da Facebook è passata alla testa del TechCityProject di Londra.
Il suo segreto? Fino a qualche mese fa, settimane lavorative di quattro giorni. Una condizione che richiedeva alle aziende che la volevano e che le permettevano di seguire i suoi quattro figli. Da quando ha avuto l’incarico da Facebook, nella sua vita c’è stata una svolta: da allora lavora cinque giorni a settimana. La donna dice che i suoi figli sono cresciuti (oggi hanno rispettivamente 16, 14, 11 e 8 anni) e non hanno più bisogno della sua presenza come prima. Questo le ha permesso di dare una nuova impostazione al suo lavoro.
Eppure, questo tipo di flessibilità fa fatica ad affermarsi nel mondo delle banche e delle grandi multinazionali. Gli Stati Uniti hanno difficoltà a liberarsi dell’imperativo delle 60 ore lavorative a settimana: tanto si lavorava nella Silicon Valley, dove i manager si aspettavano che giovani appena laureati si immolassero sull’altare della produttività, accettando orari sfibranti finché, bruciati dal superlavoro, venivano sostituiti da nuovi arrivati. Come si è arrivati a tutto questo?
Già Henry Ford, nel 1900, riteneva che i suoi operai non dovessero superare le 8 ore di lavoro al giorno. Dopo la guerra, tuttavia , si iniziò a considerare che, per i “colletti bianchi” questa regola non valesse. “Li paghiamo di più”, era il ragionamento.”Non dovrebbero quindi lavorare più a lungo?”.
Invece, studi recenti hanno dimostrato che, in particolare per quanto riguarda il lavoro intellettuale, la concentrazione non dura per più di 6 ore. Prolungare l’orario aumenta la probabilità di commettere errori e imprecisioni. E’ quanto è emerso da alcuni studi dell’Esercito americano riguardo ad incidenti come la tragica fine della navetta Challenger. I costi sociali da “alcolismo da lavoro” sono sotto gli occhi di tutti: includono problemi di salute ed un inevitabile deterioramento dei rapporti familiari.
Scrive la giornalista Sarah Schmidt sulla rivista The Atlantic: “ritornare alle tradizionali 40 ore di lavoro a settimana richiederà un grande cambio di mentalità per i datori di lavoro ed i lavoratori. Dobbiamo fare ora ciò che fecero i nostri antenati: affrontare i nostri capi, persuadendoli che uno stile di vita più umano per i lavoratori non può che far bene alle aziende ed alla produttività”.
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