Politici in TV

Il TG1 fa il punto sulla strategia di Matteo Renzi. Il premier, come nota anche il primo Tg RAI, chiarisce  che “noi andremo avanti ad oltranza” ma se le condizioni non lo permetteranno, con l’avanzare dell’estate e la permanenza degli emendamenti “siamo pronti alle elezioni”.

La volontà è quella di lavorare anche dopo l’8 agosto finché “le condizioni concrete sul numero di senatori presenti lo permetteranno”: ergo, altrimenti diritti alle elezioni. Che, ovviamente, Renzi è convinto di vincere e che gli permetterebbero di tirare ancora più spedito verso le sue riforme senza ricorrere ad approvazione di emendamenti e consultazioni varie. E Renzi, come chiarisce il TG1, ha anche le idee chiare su chi avrebbe le colpe se la riforma del Senato non passasse entro l’estate: “Noi siamo il governo del fare, per me non contano i giorni ma i risultati – continua a riportare il servizio del TG1 – se non si arrivasse alla riforma del Senato entro l’estate sarebbe colpa dei Cinque Stelle che, così facendo, sono la reincarnazione della prima Repubblica” e la gente saprebbe, quindi, di chi è la colpa dello stop alle riforme e delle nuove elezioni. Renzi ce l’ha anche con Grasso considerato “un frenatore delle riforme” e che “con la volontà del voto segreto apre la strada a imboscate e agguati con un’interpretazione artificiosa e strumentale del Regolamento”.

Sul tema delle riforme apre anche il TgCom, parlando della volontà del ministro delle Riforme Boschi di continuare a oltranza con i lavori ma del suo altrettanto attivo tentativo di fare ridurre i quasi 8 mila emendamenti per evitare che il tavolo salti. “Il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo”. Sono le parole del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che boccia un rinvio a settembre della approvazione da parte del Senato: “Andiamo avanti. Non è serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignità anche di questa istituzione”. E ancora, il ministro mette in chiaro: “Il governo è disponibile ad approfondire nel merito alcuni punti, ma non soggiacendo al ricatto di 7.800 emendamenti. Se ci sarà un sostanzioso taglio, noi siamo disponibili”, così TgCOm24.

“Vorrei chiederle – ha detto nella seduta della Camera del 24 luglio il presidente dei deputati del Pd Luigi Zanda al ministro Boschi come riportato dal servizio del TgCom24 – di riferire al presidente Grasso la richiesta di convocare ancora una Capigruppo perché vorrei in quella sede politica ripetere l’appello affinché i gruppi prendano atto della situazione che si sta creando e assieme si possa riflettere su quale sia la strategia possibile per dare al dibattito lo spazio che serva ma anche a renderlo conclusivo”.Il presidente dei Popolari per l’Italia, il sen. Mario Mauro replica a tono nel suo intervento in Aula alla richiesta di Zanda che si era anche chiesto quanto sarebbe costato far stampare le più di 800 pagine di emendamenti per dare modo a tutti i Senatori di visionarli: “Lo dico io al Presidente Zanda – ha stigmatizzato Mario Mauro dei Popolari – il costo è quello della Democrazia!”.

Il capogruppo dei senatori NCD Maurizio Sacconi, sempre a margine delle seduta del 24 luglio, riferisce che “o vengono ridotti drasticamente gli emendamenti entro il 9 agosto oppure viene utilizzato l’articolo 55 del regolamento che regola i tempi di discussioni. In ogni caso la maggioranza è determinato a ottenere il voto sul ddl prima della pausa estiva”.

Il deputato di Forza Italia Luigi Cesaro, come riporta il servizio del Tg La7, “ex presidente della Provincia di Napoli ha rinunciato allo scudo parlamentare dopo la richiesta di arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d’asta e illecita concorrenza, chiedendo ai suoi colleghi di autorizzare presto l’esecuzione del provvedimento sia perché ritengo giusto che io venga trattato come un comune cittadino, sia perché, finalmente, potrò uscire da un incubo che mi accompagna da anni”.

“L’inchiesta su presunte irregolarità di concessione di lavori pubblici nel Casertano – continua il servizio del tg LA7 –  ha portato agli arresti due fratelli di Luigi Cesano, titolari della Cesano Costruzioni di Sant’Antimo, per presunte complicità con i Casalesi. Poi il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e 4 amministratori locali. Il parlamentare di Forza Italia è statto tirato in ballo per le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che, in passato – come nota ancora La7 – hanno dato prova di grande affidabilità.. L’impresa di Cesaro avrebbe ottenuto nel 2004 due incarichi: una era parte di un piano di investimento produttivo da 50 milioni di euro, l’altro prevedeva la realizzazione di un impianto sportivo”.

Per Luigi Cesaro è la seconda grana giudiziaria: “30 anni fa – termina il servizio del Tg La7 – fu condannato in primo grado perché avrebbe favorito la latitanza di alcuni membri della nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo”. Un sodalizio, quello tra Cutolo e Cesaro, che secondo l’accusa non sarebbe mai venuto meno.

©Futuro Europa®

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