E-justice, verso il processo civile telematico

Lo scorso 30 giugno hanno preso vita, anche in Italia, i processi civili telematici. Alcune fondamentali attività tipicamente processuali, che fino ad oggi si sono svolte e conservate su supporti rigorosamente cartacei, si svolgono ora per via telematica, grazie a strumenti dedicati. Questo è uno dei risultati della Legge di Stabilità 2013.

Come riportato sul sito web del Consiglio Nazionale Forense, sono definiti come telematici i processi per i quali sono previste la consultazione on-line del fascicolo processuale, le attività di comunicazione telematica con gli uffici giudiziari ed il pagamento telematico di contributo unificato.

La dematerializzazione completa e definitiva è ancora, naturalmente, lontana. Tuttavia si può senz’altro dire che sia iniziato il percorso che volge con decisione in tale direzione. Non più di sola carta vivrà ormai la giustizia, grazie alle nuove procedure che permettono di “confezionare” secondo particolari criteri tecnici gli atti e i documenti processuali, che sono poi spediti tramite una apposita “busta”, naturalmente telematica. Ad ora il maggiore passo in avanti, in senso pratico, verso la direzione intrapresa corrisponde all’obbligo di invio telematico per i decreti ingiuntivi: diversi tribunali, infatti, hanno già cominciato a rigettare i decreti ingiuntivi pervenuti loro in forma cartacea oltre il 30 giugno.

Al fine di rendere il più “indolore” possibile questo grande, storico e doveroso passaggio in direzione telematica, il Ministero della Giustizia si è mostrato molto vicino alle categorie coinvolte. Sono stati infatti molti, e molti ancora saranno, i tavoli organizzati dal Ministero per incontrare e discutere con le associazioni di avvocati e magistrati, anche al fine di vincere le naturali resistenze, di natura pratica o psicologica, che hanno accompagnato ed accompagneranno questa rivoluzione digitale. Resistenze che solamente la totale rassicurazione di limitare la possibilità di errori ed un’adeguata formazione potranno vincere.

Al momento, gli strumenti che si rendono necessari per atti telematici sono: una PEC, che permette di inviare e di ricevere messaggi di testo ed allegati con lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno, la Firma Digitale, che permette di sottoscrivere digitalmente i documenti e, quindi, di assumerne la paternità, un software detto “Redattori atti”, che permette la creazione della cosiddetta “busta telematica” per il deposito degli atti del procedimento, ed un Punto di Accesso (PDA), che è la struttura tecnico-organizzativa che fornisce agli avvocati i servizi di consultazione e di trasmissione telematica degli atti, ossia permette l’inserimento nel circuito processuale.

Anche sul fronte della giustizia e della gestione dei casi in processo sono quindi sorte, e sorgeranno ancora, profonde novità che, ci auguriamo tutti, daranno un forte e sostanziale contributo anche alla velocità dei processi e, quindi, alla Giustizia dell’intero sistema-paese.

©Futuro Europa®

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