Riforme: un centinaio di Senatori denuncia violazione regole parlamentari
“Al di là delle differenti posizioni e punti di vista sulla riforma della nostra Carta fondamentale, i lavori di quella che dovrebbe essere una Costituente hanno perso la sensibilità istituzionale, il rispetto reciproco e della dignità individuale che sono alla base di un compito così solenne. La conduzione così incerta e contraddittoria dei lavori d’Aula, le continue ingerenze del governo, il ripetersi di esternazioni – se non di provocazioni – che lo stesso presidente del Consiglio continua a manifestare attraverso i media, rischiano di compromettere irrimediabilmente la possibilità che la democrazia, presupposto fondamentale e irrinunciabile del confronto parlamentare, sia garantita e con essa il rispetto che i senatori devono ai cittadini di cui sono i rappresentanti. Rischiamo di consegnare ai libri di Storia una parodia, una caricatura di quello che dovrebbe essere il momento più alto per chi rappresenta un popolo. Non si possono decidere le regole di convivenza di una Nazione, violando sistematicamente le regole parlamentari. Da un orrore istituzionale non può nascere una Costituzione. Evitiamo che un onore come è quello a cui siamo stati chiamati, venga calpestato in danno di tutte quelle conquiste che tanti sacrifici sono costati agli italiani”.
Augusto Minzolini, Mario Mauro, Loredana De Petris, Gian Marco Centinaio, Giuseppe Compagnone, Tito Di Maggio, Bruno Marton, Paolo Arrigoni, Raffaela Bellot, Patrizia Bisinella, Stefano Candiani, Silvana Comaroli, Nunziante Consiglio, Jonny Crosio, Sergio Divina, Emanuela Munerato, Paolo Tosato, Erika Stefani, Giacomo Stucchi, Raffaele Volpi, Maurizio Rossi, Riccardo Villari, Bernabò Bocca, Francesco Aracri, Sante Zuffada, Pietro Iurlaro, Eva Longo, Antonio Milo, Pietro Liuzzi, Francesco Bruni, Luigi Dambrosio Lettieri, Lucio Tarquinio, Vittorio Zizza, Luigi Perrone, Vincenzo D’Anna, Michelino Davico, Cinzia Bonfrisco, Luigi Compagna, Elena Fattori, Vito Crimi, Michele Giarrusso, Giovanni Endrizzi, Nunzia Catalfo, Sara Paglini, Serenella Fuksia, Enrico Cappelletti, Daniela Donno, Vincenzo Santangelo, Elisa Bulgarelli, Vilma Moronese, Paola Nugnes, Ornella Bertorotta, Barbara Lezzi, Manuela Serra, Alberto Airola, Laura Bottici, Nicola Morra, Luigi Gaetti, Giuseppe Vacciano, Maurizio Buccarella, Ivana Simeoni, Andrea Cioffi, Claudio Zin, Luis Orellana, Fabrizio Bocchino, Monica Casaletto, Adele Gambaro, Alessandra Bencini, Maria Mussini, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabiola Anitori, Paola De Pin, Maurizio Romani, Cristina De Pietro, Roberto Cotti e altri continuano in queste ore ad aggiungersi ai firmatari del documento.
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Un Commento
Riconosco, riferendomi al documento firmato dai senatori Minzolini, Mauro e altri cento, che il clima si è deteriorato e che il Senato attuale non ha mostrato in complesso la dignità, il senso di responsabilità e la consapevolezza del ruolo di assemblea costituente che finalmente aveva deciso di assumere. Il fatto è che i “giocatori” sono entrati in campo in un periodo infelice, per ragioni economiche sociali e culturali, e con dosi elevate di adrenalina nel sangue e di volontà di vittoria e di reciproca delegittimazione. Pretendere miracoli dall’arbitro e dare a lui ogni responsabilità non fa giustizia alla verità. Il clima da curva sud creatosi è una vergogna per singoli senatori scatenati e volgari e per i gruppi che hanno cercato di rendere impossibile quel clima di discussione democratica, della cui assenza hanno accusato quasi solo l’arbitro, cioè il presidente Grasso. Il quale può aver avuto qualche difficoltà e può aver commesso qualche errore, nel prendere decisioni procedurali, nel clima, nella gazzarra e nella violenza che si sono scatenate ad arte, e che lo hanno costretto più volte a sospendere i lavori. Il Capo del governo dal canto suo avrebbe dovuto usare maggior sobrietà nei toni e maggior terzietà nella sostanza, ma onestamente non si possono ignorare coloro che hanno messo ogni impegno per mandare le decisioni alle calende greche e per combattere chi intendeva attuare un programma di riforma annunciato da anni, rielaborato nella Commissione Affari costituzionali e largamente condiviso, come se fosse un tiranno, peggio di Mussolini e di Hitler. Le parole e le azioni dei “giocatori” e non solo gli schemi di gioco parlamentari (le pur importanti ‘regole’) spiegano questo “orrore istituzionale”, che davvero disonora il lavoro dei padri costituenti. I quali l’11.12.1947 avevano votato con prolungati applausi l’odg di Moro e altri, che chiedevano di inserire “la nuova Carta costituzionale nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano”. E’ sperabile che i lavori si concludano decorosamente e che le miserie verbali e comportamentali registrate dai mass media in questi giorni non servano a delegittimare la Costituzione, ma i modi e gli stili di lavoro di coloro che non sono stati capaci di vivere all’altezza dei valori costituzionali chiaramente formulati (e non modificabili) nella prima parte della Carta.