Tasse e scadenze fiscali, in arrivo stangata estiva

Il fardello di tasse e scadenze fiscali non abbandona i contribuenti italiani neanche in periodo di vacanze. Secondo una recente inchiesta del Corriere della Sera sono previsti 410 adempimenti (concentrati prevalentemente verso la fine dell’estate, nel periodo compreso fra il 20 agosto e il 19 settembre) per 20 milioni di contribuenti.

Nello specifico, i principali pagamenti da appuntarsi sul calendario riguardano Irpef, Irap, Ires, Iva, addizionali regionali, Inps, Tobin tax, imposta sostitutiva su redditi di capitale e l’ormai immancabile IMU, senza dimenticare la presentazione del modello 770 (a carico dei datori di lavori), la cui scadenza è stata eccezionalmente spostata al 19 settembre.

La stangata estiva interesserà un po’ tutte le categorie professionali: lavoratori dipendenti, ma anche artigiani, commercianti, collaboratori e lavoratori domestici. I più “tartassati” saranno gli imprenditori titolari di un’attività in proprio (171 adempimenti) e i professionisti con partita IVA, soggetti a 167 scadenze fiscali. Anche per gli enti non commerciali si prospetta un conto salato con ben 72 contributi da versare all’Erario.

Questi numeri danno uno spaccato di una situazione estremamente frammentata, in cui la maggior parte degli adempimenti sono appunto “concentrati nel periodo in cui mezza Italia si ferma”. Per non parlare poi della burocrazia, che rende sempre più lontana l’uscita dalla crisi per il nostro Paese.

Di fronte a quella che è già stata ribattezzata come l’“estate bollente del 2014” (e non certo, ahinoi, per le condizioni metereologiche), il premier Matteo Renzi ha ribadito la necessità di semplificare la burocrazia e di “dare regole più semplici al lavoro”. La ricetta anti-crisi di Renzi è però stata rimandata dal 16 giugno scorso al 20 agosto, con conseguente rallentamento di tutti i buoni propositi di riforma.

Nell’attesa di questa data c’è già chi avanza le prime proposte. Tra questi Marina Calderone, Presidente del Coordinamento unitario delle professioni, che propone d’introdurre la cosiddetta contrapposizione di interessi: “Consiste nel rendere detraibile tutto quello che il contribuente spende, senza alcun limite. – spiega la Calderone – Questo avrebbe una serie di vantaggi: pagamento delle imposte sui redditi effettivi; interesse a richiedere la ricevuta o lo scontrino per qualsiasi pagamento; azzeramento degli adempimenti trattandosi di semplici conteggi di detrazione”.

Un’ipotesi sul banco è quella di creare un patto tra gli operatori (imprese, professionisti e contribuenti) e l’Amministrazione finanziaria così da poter definire delle scadenze fiscali che vengano in contro alle esigenze di ambo le parti. Non si sa ancora che strada imboccherà il Governo; di sicuro e certo c’è che il Fisco italiano è uno dei più esosi di tutta Europa. Urge provvedere.

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