L’autunno caldo di Matteo
Il giorno del suo insediamento a Palazzo Chigi Matteo Renzi probabilmente si aspettava una strada più in discesa di quella che si trova ad affrontare ora. I recenti avvenimenti, soprattutto nel campo delle riforme, hanno condotto il Premier su un sentiero pieno di ostacoli. Il primo grande scoglio da affrontare è la riforma del Senato.
Negli ultimi giorni, le tensioni in aula hanno creato non pochi grattacapo al Premier che, oltre a dover conservare l’integrità del “patto del Nazareno” ha dovuto contrastare il “gruppo dei cento” già oppositori all’elezione di Prodi a Presidente della Repubblica. Il lungo e travagliato primo via libera al Ddl sul “Senato dei cento”, ha di fatto messo in discussione le riforme costituzionali presenti nel pacchetto al vaglio del Parlamento. Renzi dal canto suo cerca di buttare acqua sul fuoco per raffreddare l’intemperanza dei dissidenti interni e non solo, continuando dall’altra parte a rassicurare sulla tenuta dell’accordo con Berlusconi.
Dopo la pausa estiva si dovrà però cominciare la discussione su uno dei temi che potrebbero alzare ulteriormente l’asticella delle tensioni: la riforma elettorale. I rumor parlano già di possibili elezioni nel 2015 e la modifica dell’attuale sistema elettorale è indispensabile a chiunque per garantire un minimo di governabilità. Di fatto però piccoli partiti e singoli parlamentari, già sicuri di perdere posizioni nel caso di nuove elezioni, sono sul piede di guerra. La pausa estiva sarà quindi fondamentale per l’ex Sindaco di Firenze per poter ritrovare all’interno del proprio partito un’intesa per portare avanti i “suoi” progetti di riforme, perché per il premier si prospetta un autunno carico di tensioni.
Ma a far perdere il sonno all’attuale primo ministro ci si è messo anche il fronte europeo. Il Semestre di presidenza europeo, che dovrebbe servire all’Italia per riacquistare voce nell’Unione, per ora non sembra dare i frutti sperati. Dalle parti di Bruxelles e Francoforte non interessano le sterili discussioni sull’impalcatura istituzionale del Paese, ma a fronte dei poco rassicuranti dati sull’economia italiana (crescita azzerata e ripresa ancora posticipata), sembrano paventare interventi poco ortodossi della troika. In effetti a poco sono servite le recenti rassicurazioni di Renzi, il quale rassicurava che né manovre aggiuntive né sforamenti del rapporto debito/pil, sono previste per quest’anno.
Insomma, sembra proprio che le riforme tengano in ostaggio il Parlamento, non permettendo di procedere ai più importanti interventi a favore della crescita economica. Se l’esecutivo non riuscirà a chiudere il ddl riforme entro la fine dell’anno, è presumibile che l’Europa entrerà a gamba tesa sulla politica economica del nostro Paese, sancendo di fatto la sconfitta del giovane Matteo. Benché il ricorso alle urne sia osteggiato anche dal centrodestra, non potrebbe essere comunque la soluzione per evitare l’ingerenza europea.
Quindi, nonostante i proclami rassicuranti del Governo che l’autunno non sarà caldo, se l’estate non dovesse portare ancora bel tempo, i prossimi mesi saranno roventi e il rischio di superare il punto di non ritorno diventerà altissimo.
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