Caro Berlusconi, stavolta il tavolo non può saltare
Mi dispiace, ma questa volta Silvio Berlusconi, dismesse le vesti dello statista responsabile, sembra essere quel giocatore d’azzardo abituato sempre a vincere che non accetta la sconfitta e vuole far saltare il tavolo con tutte le carte, nella speranza di cominciare un nuovo gioco. Questa volta, però, viste le condizioni in cui versa il Paese, è da irresponsabili comportarsi come se si stesse giocando a carte.
E’ vero, esiste una parte della magistratura formatasi a una cultura khomeinista che affonda gli artigli nel mondo della politica per purificarla dal male e che però nello stesso tempo, commettendo errori su errori, abbandona la toga e si lascia attrarre in piena contraddizione da quel mondo politico che prima detestava e che ora vuole direttamente rappresentare nelle istituzioni. Quanti ex magistrati, famosi per il loro rigore, oggi, siedono nel Parlamento o negli enti locali? E allora, se così è, non resta altro che decidere legislativamente che chiunque per consenso popolare rivesta cariche parlamentari, debba essere giudicato alla fine del mandato affidatogli. Si taglierebbero così le unghie degli artigli a chiunque da magistrato voglia strumentalmente interferire con il potere legislativo.
Ormai sono anni che il Paese è travagliato dallo scontro tra politica e magistratura. Berlusconi vittima? Forse. Certo è che qualsiasi imprenditore del suo calibro avrebbe subito la stessa sorte perché l’attività imprenditoriale ha sempre un suo tallone d’Achille. Purtroppo lui ha esagerato in tutto, ritenendosi intoccabile e comunque immune da qualsiasi sconfitta che prima o poi capita a un politico. Non accettare questa regola significa peggiorare la situazione per sé stesso e per il Paese, che ha ben altri problemi più gravi da risolvere nell’interesse dei suoi cittadini.
A cosa servirebbero elezioni anticipate con questo sistema elettorale? Non c’è dubbio che con circa 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti, una campagna elettorale contro il sistema giudiziario darebbe i suoi effetti. Ma un Paese come il nostro potrebbe essere guidato così? Mi auguro che la classe dirigente migliore del Pdl e della rinata Forza Italia non segua questa rovinosa strada. Nessuno si faccia avvelenare dalla pitonessa Santanchè o coinvolgere da quanti sanno che con l’uscita di scena di Berlusconi non avranno più un futuro. Ci si occupi piuttosto del futuro degli italiani, così vessati da una crisi economica, politica e sociale che non ha eguali nella nostra storia repubblicana. Alla fin fine, forse, ne trarrebbe vantaggio persino lo stesso Silvio Berlusconi.
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[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]