Il Commissario taglia e il Governo spende
Carlo Cottarelli taglia e Matteo Renzi spende. C’è qualcosa che non torna nei conti della spending review. Nei giorni scorsi il super commissario incaricato di tagliare la spesa ha usato il blog per esprimere il suo dissenso: “Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa”, ha scritto Cottarelli, “il totale delle risorse è già speso ancora prima che le stesse siano risparmiate e ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015”.
Dipende tutto dalle scelte della politica: se l’esecutivo autorizza nuove spese senza tagliare le tasse sul lavoro, significa che i soldi risparmiati dalla spending review non serviranno per il rilancio dell’occupazione. “Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa – ha spiegato Carlo Cottarelli – il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro”. Se non diminuiscono le tasse sul lavoro, di conseguenza, non si crea nuova occupazione. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso è stato l’emendamento nel decreto della Pubblica amministrazione – poi ritirato dal governo – che consentiva 4mila pensionamenti nella scuola.
“La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di nuove spese”, era il titolo del post sul blog del commissario alla spending review. Insomma, i rapporti tra Carlo Cottarelli e Matteo Renzi restano tesi. Le critiche al governo messe nero su bianco hanno fatto circolare l’ipotesi delle dimissioni di Cottarelli. “Adesso io lavoro, continuo a lavorare, ci sono cose importanti da fare. Tutto il resto… io mi concentro sul lavoro”. Questa è la risposta del Commissario alle frizioni con esecutivo e Parlamento. E annuncia anche in audizione alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale che è pronto il piano di razionalizzazione delle partecipate locali. L’obiettivo è ridurre il numero da 10mila circa fino a mille. “Lo invierò al Comitato interministeriale per la revisione della spesa”, ha rassicurato Cottarelli.
Polemiche a parte, l’attività di risparmio prosegue a fatica. Il riordino della Spa locali potrebbe davvero essere un modo – già previsto nel decreto legge che ha introdotto il bonus Irpef (articolo 23 del decreto 66/2014) – per rendere strutturali i tagli. L’idea che sta alla base del riordino è quella di dare una bella sforbiciata alla giungla delle circa 10mila partecipate locali, indirizzando l’azione verso le aziende strumentali o addirittura “commerciali”. “E’ difficile fare una stima – ha spiegato Cottarelli parlando dei futuri risparmi – perché ci sono perdite occulte che non emergono dai bilanci ma credo che dalla riduzione del numero delle partecipate potremmo ottenere risparmi per 2-3 miliardi di euro”.
Oltre alle partecipate si sta lavorando anche sugli immobili pubblici, sulle sedi delle Regioni e sulla digitalizzazione. “C’è un gruppo di lavoro guidato dalle Regioni – ha continuato Cottarelli – sulle sedi territoriali regionali. Il lavoro ha subito un po’ di ritardo per il cambio alla presidenza della Conferenza delle Regioni, ma mi aspetto il rapporto entro il 10 settembre”.
C’è anche un altro tavolo, guidato dall’Agenzia del demanio, che “sta lavorando sul rinnovamento degli immobili pubblici, per studiare i risparmi su riscaldamento, pulizia eccetera”. Entro il 20 settembre arriverà anche una proposta con i risparmi derivanti dalla digitalizzazione. Nessun intervento drastico, però, sull’illuminazione pubblica: “Non spegneremo le luci nelle strade”. Ma si cercherà di ridurre lo spreco di energia: all’anno, illuminare le strade costa circa due miliardi di euro.
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