Umanità, varia ed eventuale

Per un certo periodo della mia vita ho frequentato il Medi oriente e mi ci sono trovata bene; ho osservato le loro abitudini e ho anche riso di alcune manie; per esempio mi faceva sorridere l’abitudine dei Siriani di enfatizzare i titoli accademici. Non certo alla nostra altezza, in Italia siamo tutti dottori. Da quelle parti i biglietti da visita sono il doppio del normale in caso di laurea o lauree. Poco male, alla fine sono debolezze. Mi vien da pensare allora al Dottor Assad, oculista che ha studiato all’estero, subentrato come tiranno al caro papà. Ma allora, studiare a che serve? Si diventa meno crudeli con una laurea in legge? Si uccidono meno persone se si è dottori in medicina? Non mi sembra.

Propongo la laurea in Despotologia aggravata. Avrebbe un sacco di iscritti, specie tra gli africani. Costoro, nei Paesi più poveri, dove un bimbetto ha una possibilità su 5 di diventare adulto, dove una donna ha una possibilità su 5 di avere 10 figli e queste sono le buone notizie, una volta al potere sono i più sanguinari.

Vi ricordate il sorridente Amin Dada? Un appassionato di carne al sangue. Pare amasse particolarmente quella di gruppo sanguigno 0 negativo, più pastosa. Dio ci scampi se poi va al potere qualcuno che è dottore in medicina. Lì si scatenano in torture. Pare che i sudafricani prima di Mandela fossero da olimpiade. Come torturavano loro nemmeno i Russi, che comunque hanno vinto tante medaglie a pari merito con gli Israeliani.

Scrivo e penso a quelle due sciagurate in mano ai Siriani; come madre e come essere umano sono davvero disgustata e dispiaciuta. Ma tutto questo è solo un ulteriore prova che in quei territori noi occidentali siamo in pericolo. Non ci si può sentire al sicuro in luoghi dove il valore della vita è meno di zero; dove tutti, anche i più moderati, guardano all’occidente come al diavolo. Non ci vogliono. Ma noi, in nome della cooperazione, la parola più sopravvalutata del secolo, in nome della pace, la parola più inutile del secolo, dobbiamo per forza fare la differenza. Penso con dispiacere alla famiglia di quelle due ragazze, che pena non saperne più nulla, che angoscia immaginare in che situazione si trovino, se sono ancora vive.

Il mondo è ormai un ammasso di conflitti, alcuni dimenticati o sonnacchiosi ma pronti a esplodere come un vulcano, alcuni invece quasi inflazionati. Va tutto a scatafascio. Il mondo è stanco di guerre ha detto Papa Francesco, ma i produttori di armi non la pensano così; anche quel caro ragazzo di Al-Bagdadi dissente. E tuona contro i cristiani ed eccita le masse, i poveri di spirito, quelli che a volte mangiano a volte no, lui li nutre di speranze, di paradisi pieni di vergini, di cibo squisito.

Perché lui ha dalla parte sua l’arma suprema, quella imbattibile: l’ignoranza. È questo il vero nemico. Da combattere con tutte le nostre forze.