Conquistiamo la fiducia
Passato il Ferragosto, gli italiani si accingono ad affrontare un autunno che certamente non sarà facile. C’è l’esigenza di avere un Governo che parli meno e produca di più in termini di riforme strutturali, le uniche idonee a superare la crisi che ormai non avvolge più solo l’Italia, ma si manifesta con segnali inconfondibili in Paesi come la Francia e la Germania.
E’ sempre più viva per le forze politiche l’opportunità di riposizionarsi alla luce della loro improcrastinabile evoluzione, soprattutto nel centrodestra, per il quale è prevista la costruzione di un unico punto di riferimento per gli elettori che non si riconoscono né nel Pd di Renzi né nel Movimento di Grillo. In questo ambito, sarà interessante osservare l’evoluzione che vorrà avere Forza Italia che certo non potrà rimanere immobile nel guado, giocando un ruolo di opposizione alle scelte economiche del Governo e ponendosi contemporaneamente a sostegno degli obiettivi istituzionali di Renzi finalizzati al suo esercizio del potere senza grandi difficoltà.
Noi popolari italiani ci auguriamo che lo scenario politico possa essere finalmente caratterizzato da un confronto tra forze politiche semplificate nei loro confini di collocazione e con contenuti programmatici in grado di risollevare il Paese sempre più stremato dalla crisi che lo avvolge. E di fare tutto ciò fuori da vecchi rancori, reciproci veti, volontà egemoniche.
In particolare, uno dei punti fermi deve essere la possibilità di dar vita a un rinnovato Governo, più ampio, più forte, più autorevole, sintesi di forze politiche certamente alternative, ma unite in obiettivi comuni immediati. Un’unità con caratteristiche di unanimità sulle scelte da realizzare fuori da ogni forma di ipocrita unanimismo, bomba a orologeria sempre pronta a riesplodere contro chi vuole comportarsi in modo egemonico, non rispettoso dei contributi altrui, ritenendoli insignificanti e comunque asserviti alla volontà del più forte.
Su tutti questi temi saremo presenti nello stimolare, per quanto ci riguarda, il massimo livello di aggregazione possibile di tutti coloro che si riconoscono nel popolarismo europeo, nell’interesse dell’Italia, del suo reale rinnovamento per una ripresa che possa riprodurre quell’equità sociale che tanti frutti ha dato nel passato in termini di giustizia e prosperità.
Disarticolarsi con l’illusione di essere gli unici possibili interlocutori di un elettorato non di sinistra e non grillino, è un atto di superbia fine a se stesso che non produce nulla di buono se non una irrefrenabile egemonia renziana che, per quanto rispettabile, non rappresenta certamente tutti noi nei suoi contenuti.
Alfano, Cesa, Mauro, Casini, Passera, Capaldo e quanti altri trovino un comune percorso con umiltà e generosità. Caratteristiche queste che devono appartenere a chi si ritiene leader di qualcosa o qualcuno. Lo stesso dicasi per tutte quelle categorie professionali che sono espressione della società civile, abbandonate a loro stesse e rese afone nella rappresentanza dei propri interessi legittimi.
Esistono energie locali che richiedono un’unità d’intenti per potersi proporre con maggiore autorevolezza ai cittadini con i quali si sentono impegnati a risolvere i seri e urgenti problemi del territorio. Deluderli per perseguire piccoli interessi personali sarebbe di una gravità inaudita e non contribuirebbe alla ripresa di quella fiducia verso la politica che necessariamente serve a far rivivere una stagione nuova e più entusiasmante soprattutto per la nuova generazione di giovani. Una generazione perplessa e insicura sul suo futuro, che, perché no, è anche il nostro. Ma come qualcuno ha già detto, la fiducia non si pretende. Si conquista. Conquistiamola tutti insieme.
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