Gli amanti passeggeri (Film – 2013)
Gli amanti passeggeri di Pedro Almodóvar ha ricevuto soltanto stroncature da parte della critica italiana, che forse attendeva un altro intenso melodramma autobiografico stile Todo sobre mi madre, La piel que habito, Los abrazos rotos, Volver, La mala educación, Hable con ella. Almodóvar, molto morettianamente, ha deciso che è sempre il momento di fare una commedia ed è tornato alle origini con un lavoro brillante che ricorda il film d’esordio Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980), ma – come tematiche gay – anche Che ho fatto io per meritare questo? (1984).
Vediamo la trama. Un aereo diretto in Messico, della compagnia Peninsula (sarcasmo sulla compagnia di bandiera Iberica), deve compiere un atterraggio d’emergenza perché è vittima di un’avaria al carrello. Mentre si sta per effettuare la difficile manovra l’aereo vola sopra il cielo di Toledo e il regista sviluppa la commedia grottesca condotta con abilità dai tre attori che impersonano gli steward gay (Camara, Arévalo, Areces). I controllori di volo drogano i passeggeri della classe turistica e intrattengono quelli della business servendo cocktail corretti alla mescalina e improvvisando spettacoli di musical. La situazione di pericolo porta a confessare una serie di situazioni paradossali che riguardano piloti, steward e passeggeri, tra i quali nasce una confidenza estrema, favorita da un portentoso mix di alcol e mescalina. Inoltre uno degli steward gay è incapace di mentire a causa di un forte shock subito durante un volo precedente.
Difficile raccontare tutto con ordine. Uno steward alcolizzato è l’amante di un pilota sposato con due figli (ma la moglie sa tutto e ha una relazione con una lesbica); il secondo pilota è un omosessuale represso ed è attratto dal collega; Bruna è una medium dotata di poteri soprannaturali che perde la verginità approfittando di un passeggero addormentato; il presidente di una banca in realtà è un truffatore matricolato; un serial killer deve uccidere Norma, proprietaria di un’agenzia di escort che si è portata a letto tutti i potenti di Spagna, persino il re (ma s’innamora di lei); una coppia di sposi in viaggio di nozze sono tossicodipendenti e alcolizzati; un attore porta avanti relazioni disastrose e telefona a casa per evitare che una delle sue amanti si suicidi (ritrova un vecchio amore).
Almodóvar conduce da maestro una commedia surreale e grottesca che coinvolge in una storia serrata e appassionante una vera e propria collezione di tipi marginali. Il film è girato con la tecnica del primo piano, molto teatrale, realizzato quasi completamente in interni, ricorrendo a trucchi artigianali e modellini per riprendere l’aereo in volo. Recitazione perfetta, con il regista che guida gli attori da maestro e fa recitare con naturalezza battute surreali. Chi ha paragonato questo piccolo capolavoro del grottesco a cose ignobili come L’aereo più pazzo del mondo non conosce il passato di Almodóvar. Gli amanti passeggeri è un ritorno alle origini, a una straordinaria esuberanza sessuale, alle tematiche gay, alla droga, per finire con la critica nei confronti di un paese che dalla movida degli anni Ottanta è precipitato in una crisi economica. La soluzione resta il sesso, sembra dire il regista, che dipinge la commedia umana con tratti eccessivi, raccontando un labirinto di passioni interpretato da personaggi sull’orlo di una crisi di nervi, come le sue donne del passato.
Brevissimi camei per Penélope Cruz e Antonio Banderas, addetti ai bagagli in aeroporto che discutono animatamente sulla loro relazione e introducono al tono grottesco della pellicola. Due presenze simboliche che servono al regista per citare buona parte del suo passato cinematografico.
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Regia: Pedro Almodóvar. Soggetto e Sceneggiatura. Pedro Almodóvar. Fotografia: José Luis Alcaine. Montaggio: José Salcedo. Musiche: Alberto Iglesias. Scenografia: María Clara Notari. Costumi: Tatiana Hernández. Produttori: Augustin Almodóvar, Esther García.Casa di Produzione: El Deseo. Distribuzione. Warner Bros Italia. Interpreti: Javier Camara, Raúl Arévalo, Carlos Areces, Lola Dueñas, Cecilia Roth, Hugo Silva, Antonio de la Torre, José Luis Torrijo, José María Yazpik, Guillermo Toledo, Miguel Ángel Silvestre, Laya Martí, Blanca Suárez, Paz Vega, Susi Sánchez, Carmen Machi, Penélope Cruz, Antonio Banderas.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]