Bye Bye PIL, oltre il Prodotto Interno Lordo
In questi giorni l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, è al lavoro per ridefinire un nuovo indicatore per le misurazioni economiche in sostituzione del Pil. Il progetto trae origine dalla Dichiarazione di Istanbul firmata in occasione del forum mondiale su “Statistica, conoscenza e politica” del 2007, in cui si affermava la necessità di andare oltre al Prodotto Interno Lordo, includendo altri parametri nella valutazione del benessere e del progresso di un Paese.
In particolare, secondo quanto reso noto il Governo nel calcolo del nuovo indicatore finiranno le spese per armamenti militari e quelle di Ricerca e Sviluppo (finora inserite nella colonna “uscite” dei bilanci ufficiali), ma anche i profitti derivanti dalle attività illegali e criminali, droga, prostituzione e contrabbando (già previsti dal Sec, il Sistema dei conti nazionali, del 1993 e 1998).
Questo si tradurrà in un aumento significativo del Pil, dovuto soprattutto all’incidenza dell’economia nera che Bankitalia stima al 10,9%. La Commissione europea frena però gli entusiasmi, rivedendo al ribasso le stime dell’Istat (1,2% contro il 2,4% atteso per l’intero sistema europeo).
Anche se si tratta di una manciata di pochi punti percentuali, la manovra avrà l’effetto di ridare ossigeno ai conti pubblici italiani andando ad assottigliare la forbice deficit/Pil e facilitando il rispetto del vincolo del 3%, scongiurando ulteriori “manovre” a carico dei contribuenti come il prelievo forzoso sulle pensioni (gli ultimi dati trimestrali sul Pil parlavano di un calo dello 0,2%).
Tra i Paesi precursori del nuovo Pil c’è con sorpresa la Cina, che, decisa a dare una svolta alla sua politica economica, sostituirà il Pil con indici sull’agricoltura e la protezione dell’ambiente in 34 dei suoi distretti. Così facendo il colosso orientale intende incoraggiare una migliore qualità della vita e ridurre le emissioni inquinanti (il 90% delle città non rispetta gli standard minimi di sicurezza imposti dall’Esecutivo).
A questo punto non resta che attendere come procederà l’Italia per mettersi in pari con le altre potenze e fare un po’ di ordine nei conti pubblici. Intanto, per far spazio alle novità, il Governo ha dovuto slittare il termine ultimo di presentazione del Documento di economia e finanza (Def) dal 20 settembre al primo ottobre.
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