La questione grillina
Non mischiamo, per carità, grandi e serie questioni internazionali con le nostre beghe domestiche, non diamo a squallidi personaggi come Grillo la stessa attenzione che riserviamo a Obama, alla Merkel, a Hollande. Ma riconosciamo che esiste in Italia una “questione grillina”. Sin dall’inizio sapevamo che il Movimento 5 Stelle non era omologabile al resto della politica e del resto esso stesso si proclamava orgogliosamente diverso (diverso e migliore sostenevano, beninteso).
Ma alla prove dei fatti, dal febbraio scorso ad oggi, i 5 stelle hanno dimostrato di essere il peggio della politica, senza neppure quella capacità di riflessione e di compromesso che salva in extremis le altre forze politiche, anche le più renitenti alla ragione. Il loro apporto alla vita parlamentare è stato fin qui peggio che nullo, negativo. Urla, insulti, sceneggiate indegne di una democrazia avanzata e civile. Hanno respinto con arroganza ogni possibilità di partecipare costruttivamente alla ricostruzione delle nostre istituzioni, e non è un caso. Le istituzioni non le vogliono migliorare, le vogliono abbattere, per impiantare sulla macerie la dittatura di Grillo e Casaleggio, con l’assurda legittimazione di un plebiscitarismo via rete. Ed è un peccato, perché tra i parlamentari grillini c’è molta gente perbene, che in condizioni normali darebbe un contributo positivo al Paese, ma è costretta a scegliere tra un’ossequienza al capo quale non si vedeva più dai tempi del Cominform e l’espulsione e gli insulti.
Ora, però, con la giustificazione data al più barbaro terrorismo, Grillo e i suoi hanno varcato un’altra linea rossa, mostrando di essere estranei a una civiltà che si è forgiata nei secoli, grazie all’ispirazione cristiana e all’apporto illuminista, sui principi del rispetto della vita umana, di ripudio delle stragi e del genocidio. Per di più, con i loro volgari attacchi alla stampa scritta e parlata, si dimostrano allergici ad ogni critica, anzi, al diritto di critica che contraddistingue un paese libero. Sono, in realtà, veri e propri alieni. Perché ci sia gente rispettabile che continua ad andar loro dietro è un mistero, spiegabile solo in parte con le colpe di una parte della classe politica che ha governato in questo decennio. Perché non c’è difetto altrui che giustifichi il puntare alla distruzione di tutto: le istituzioni che bene o male ci governano e ci fanno civili, la libertà di stampa e di pensiero, ora anche la nostra appartenenza alla comunità occidentale. Si, perché, anche se Grillo fa salti mortali per negarlo, se il suo faccione arrossato esprime rabbia e disprezzo, c’è poco da dubitare: certe parole sono sempre la spia di qualcosa di profondo, di viscerale; lui e i suoi sono pronti a giustificare chiunque sia nemico della nostra civiltà, chiunque congiuri per attaccarla e distruggerla perché il nemico vero non è Ali Baghdadi, non sono gli assassini jihadisti, sono Giorgio Napolitano, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, e fuori d’Italia Obama, la Merkel, l’UE, la NATO. Perciò, fuori dell’Europa, fuori dalla NATO e dall’alleanza storica con gli Stati Uniti: per andar dove? Con chi? Col Califfato islamico, che va guardata secondo il deputato Di Stefano “con calma e con rispetto”? Povero untorello! Se sapesse con che disprezzo gli estremisti islamici guardano a gente come lui, che al peccato originale di essere occidentale unisce la vergogna di essere stupidamente compiacente.
Intendiamoci: si può perfettamente essere in disaccordo con l’invio di armi ai Curdi (in democrazia è legittimo avere opinioni diverse ed esprimerle con forza). Non è però lecito tendere la mano al nemico che cerca di distruggere noi e i nostri valori. I grillini non solo i soli a farlo, è vero. Su un altro versante, e per motivazioni diverse, ci sono le reti sociali e il tremulo Vendola, ma almeno la loro allergia all’Occidente ha spiegazioni che vengono da lontano. Rappresentano comunque, per fortuna, una minoranza nel gran corpo della sinistra, perpetui illusi perduti in un mondo di bontà che esiste solo nei loro sogni.
Persino i leghisti, nella loro paranoia, dicono di condividere i valori occidentali (che li pratichino, è un altro discorso). Ma i grillini evidentemente no. Sono di sinistra? Di destra? Non si capisce e non importa. Quello che importa è che sono i nemici giurati, non di un sistema politico, ma di una civiltà, la civiltà della tolleranza, del rispetto delle opinioni, della libertà di espressione, della disputa accesa ma corretta. Con le loro manifestazioni sfiorano spesso il codice penale (oltraggio al Capo dello Stato, apologia di reato ecc.). Mi domando se qualche procuratore, tanto zelante nel fare le pulci a Berlusconi, se ne accorgerà.
Ma a difetto dell’applicazione della legge, almeno ci sia un accordo tra tutte le forze politiche che condividono i nostri valori: con gente così non si discute neppure.
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