Popolari, verso la Confederazione dei movimenti che guardano al PPE
Mario Mauro (Popolari per l’Italia), Maurizio Eufemi (Cdu), Ettore Bonalberti (Alef-Associazione Liberi e Forti) e Publio Fiori (Rinascita Popolare) hanno deciso in un incontro a Roma di dare vita alla “Confederazione dei Popolari Italiani”. All’incontro ha dato la sua adesione anche Gianni Fontana, a nome dell’associazione Democrazia Cristiana e Luigi Baruffi a nome della Federazione nazionale dei Partiti regionali Democristiani. La riunione dà seguito a un lavoro già avviato da mesi con molte altre organizzazioni, associazioni, movimenti e gruppi dell’area popolare e di ispirazione democratico cristiana.
I partecipanti si sono impegnati a firmare un documento politico per la costituzione formale della Confederazione dei Popolari Italiani e hanno dato mandato al senatore Mauro di rappresentare in Parlamento e presso il governo i temi emersi nella riunione. Un lavoro che sarà accompagnato da iniziative unitarie delle diverse realtà associative in tutte le regioni italiane, quali tappe di un confronto preparatorio in vista di una grande assemblea dei popolari italiani da tenersi entro la fine dell’anno.
Gli intervenuti hanno espresso posizioni comuni sulla grave crisi economica e sociale in cui versa il Paese, anche alla luce dei recenti dati sulla disoccupazione e della certificata deflazione.”Una realtà ben diversa – secondo i partecipanti alla riunione – dall’ottimismo di maniera quotidianamente rappresentato dal governo Renzi, che rischia di creare una situazione insostenibile per una maggioranza sempre più ridotta a un monocolore Pd”.
“La Crisi economica e sociale ha causato la rottura dell’equilibrio tra il ceto medio produttivo allo sbando e le classi popolari più direttamente colpite dalla crisi, ad essa si è accompagnato il tentativo pericoloso sul piano della tenuta democratica del sistema risultante dal combinato disposto riforma del Senato e sistema elettorale. Si tratta – hanno affermato i partecipanti alla riunione – di elementi assolutamente incompatibili con il patrimonio di interessi e di valori rappresentati da sempre in Italia dal movimento dei cattolici e dei popolari sturziani e degasperiani”.
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