Comuni a 5 Stelle, Livorno
Governare è da sempre un mestiere difficile e, anche a livello locale, gli esempi non mancano. Il 31 maggio la storica roccaforte rossa di Livorno è passata al Movimento 5 Stelle, che ha celebrato con grande enfasi la vittoria, definita da Grillo “una svolta storica nella vita della città”.
Al momento della sua elezione, smarcandosi dalla politica, il nuovo sindaco Filippo Nogarin aveva dichiarato: “Sarò dalla parte dell’individuo, né di destra, né di sinistra, a favore di ideali che sono storicamente della sinistra ma che non vanno strumentalizzati”. La nostra amministrazione sarà aperta a tutti, e ci comporteremo in modo molto diverso da quanto ha fatto il Pd negli ultimi anni”. A quattro mesi dalla sua elezione, tuttavia, l’ingegnere grillino sembra essere rimasto impigliato nella burocrazia del suo turbolento movimento.
Proprio mentre era in vacanza in Sicilia, sono stati resi pubblici i nomi dei nuovi assessori, a partire da quello al bilancio che, a tre mesi dal suo insediamento, il sindaco grillino non aveva ancora nominato. Da San Vito Lo Capo nel trapanese, con lo sfondo di un mare cristallino, l’abbronzato Nogarin ha rassicurato gli animi di chi iniziava ad essere preoccupato per le sorti del Comune toscano: “Non esiste un caso assessori. Ho deciso che nomino San Vito Lo Capo. Che mare!”. Con tanto di smile alle fine del post.
Al posto suo si è mosso il capogruppo del M5S in consiglio comunale, Francesco Bastone, che con una mail inviata ai capigruppo e al presidente dell’Assemblea, ha reso noti i nomi di due dei futuri assessori (Gianni Lemmetti, al Bilancio e Paola Baldari, con delega per l’edilizia privata), individuati con la selezione tramite curriculum. Una prima formazione era stata presentata il 9 luglio, ma era incompleta: mancava, come manca ancora oggi, un assessore al Bilancio. Anche sulla nomina dell’assessore alla mobilità, Simona Corradini, è calato il veto dei militanti del movimento, ed il sindaco è stato costretto a sostituirla per “incompatibilità con i valori del partito”. Altri incarichi sono ancora al centro di sostituzioni e discussioni, a causa delle proteste dei livornesi iscritti al Movimento 5 Stelle. Infine una terza richiesta è stata depositata nei confronti dell’assessore all’Urbanistica, Alessandro Aurigi, che in quanto conclamato amico di Nogarin, rende criticabile e accusabile il M5S di non essere coerente con i propri principi.
Stesso copione, anche se le richieste sono state accolte solo in parte e sono in via di definizione, è stato recitato pochi giorni dopo. A metà luglio gli attivisti del Movimento 5 Stelle hanno chiesto di sostituire gli assessori alla Cultura, Serafino Fasulo e Giovanni Giordani all’ambiente, poiché i due erano già stati candidati a precedenti elezioni amministrative con altri partiti.
Ogni volta che il sindaco si muove, insomma, vengono disposti accertamenti dai militanti, o quantomeno una parte di essi, che gli impediscono di decidere in autonomia. E’ stata contestata anche la scelta dei vertici dell’AAMPS, la partecipata che si occupa di rifiuti, di Marco Di Gennaro, grillino già candidato alle elezioni europee e non eletto. La motivazione della contestazione: un “trombato” non può essere nominato alla guida di alcunché.
Sul blog di Grillo alcuni attivisti romani hanno criticato pesantemente il neo-sindaco, per essersi sostituito allo staff e a Beppe Grillo nella gestione del potere locale. “Il sindaco dimostra di non conoscere le regole del movimento nonché i concetti basilari di movimento open source e di rete”.
Il finale è al veleno: “Nogarin dice che si ispira a Pizzarotti; beh si faccia spiegare dal Pizza un po’ di cose”. Forse ora il tormentato primo cittadino di Parma si sente meno solo.
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