Song ’e Napule (Film, 2013)
I Manetti Brothers (Marco e Antonio) fanno man bassa di David di Donatello (musicista e canzone) e di Nastri d’Argento (miglior commedia, attore non protagonista, colonna sonora e canzone originale) per festeggiare un fortunato ritorno alla commedia grottesca, il genere più congeniale a uno stile sopra le righe. Paco (Roja) è un pianista disoccupato che grazie a una raccomandazione entra in polizia, ma cerca di imboscarsi il più possibile. Un giorno, il rude commissario Cammarota (Sassanelli) decide di usarlo in funzione operativa e lo fa infiltrare come pianista in un gruppo neomelodico guidato da Lollo Love (Morelli) per catturare un killer della camorra. Il complesso si esibirà in occasione del matrimonio della figlia del boss di Somma Vesuviana e il camorrista ricercato sarà tra gli ospiti. Paco resta coinvolto in una missione pericolosa che lo affascina più per motivi sentimentali e canori che polizieschi. In ogni caso, alla fine della caccia al boss, la vita del poliziotto – pianista non sarà più la stessa.
Non serve dire altro sulla trama per non togliere il gusto di vedere un film che non si può definire commedia tout court – come molti azzardano – perché è un noir grottesco e un thriller insolito, di fatto una commedia poliziesca, condita di eccessi e girata con lo stile inconfondibile dei Manetti. Song ’e Napule è un omaggio a Napoli, un film ambientato in una città realistica e cadente, fotografato con colori pastello e ocra, tra suadenti spaccati marini, notturni metropolitani e tramonti rosso fuoco. Un thriller che cita il poliziottesco, lo saccheggia a piene mani (Napoli violenta, gli inseguimenti in auto per i vicoli alla Lenzi e Castellari…) e lo attualizza alla mutata situazione sociale; ma ritroviamo anche il noir alla Fernando di Leo, privo di veri eroi e di personaggi positivi. Il realismo delle situazioni si sposa alla comicità di fondo, tutta napoletana, di attori come Buccirosso (il questore ossessionato da un politico che gli fa assumere poliziotti incapaci), ma anche a ricordi di musicarello neomelodico stile Nino D’Angelo movies e sceneggiate con Mario Merola. Song’e Napule è un coacervo di generi, un pentolone ribollente emozioni e suspense, un ibrido fantastico costruito con sapienza tecnica.
I Manetti si vedono in un paio di rapide sequenze per realizzare cammei hitchcockiani, firmano una regia perfetta, che non ha niente della fiction televisiva, ma è cinema puro che ricorda il modo di girare degli anni Settanta: primi piani, camera a mano che si sposta per inquadrare chi parla, dissolvenze e ralenti studiati ad arte. Colonna sonora napoletana, musica che si sposa bene con la tematica del film e con la suggestiva fotografia partenopea. Realismo, filosofia meridionale, cinema sociale, comicità grottesca, poliziesco all’italiana, si alternano per confezionare una storia originale che ricorda la miglior tradizione del nostro cinema di genere. Attori bravi e ben diretti, che non prestano il fianco ad alcuna critica, quasi tutti interpreti rodati – come Morelli, pure soggettista – dei film dei Manetti.
Il personaggio principale (Alessandro Roja) è un napoletano atipico: preciso, si ferma al rosso, fa la raccolta differenziata, rispetta le regole, pare odiare Napoli, ma non è così, perché quando s’innamora di Marianna (Serena Rossi) le fa capire che non lascerebbe mai quella città fantastica. Molto bravo Paolo Sassanelli nei panni del commissario duro e spietato che combatte i criminali con metodi sopra le righe, un archetipo del poliziottesco. Giampaolo Morelli è un credibile cantante neomelodico, ottimo attore e bravo interprete delle canzoni che compongono la colonna sonora, prime fra tutte Song ’e Napule. Apprezziamo una citazione da I due carabinieri, dove anche Montesano diceva a Verdone: “Siamo come Stursky ed Hutch”. La risposta è diversa, ma la cinefilia dei Manetti fa pensare che niente sia casuale, così come certe sequenze di inseguimenti per i vicoli di Napoli sono citazioni esplicite di vecchie pellicole degli anni Settanta. Il film più applaudito del Festival di Roma 2013. Con merito.
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Regia: Marco e Antonio Manetti. Soggetto: Giampaolo Morelli. Sceneggiatura: Michelangelo La Neve, Giampaolo Morelli, Manetti Bros. Fotografia: Francesca Amitrano. Montaggio: Federico Maria Maneschi. Musica: Pivio e Aldo De Scalzi. Arrangiamenti: Peppe Servillo e Avion Travel. Effetti Speciali: Palantir Digital. Scenografia: Noemi Marchica. Costumi: Daniela Salernitano. Produzione: Devon Cinematografica di Luciano, Lea e Dania Martino, Rai Cinema. Distribuzione: Microcinema. Interpreti: Alessandro Roja (Paco Stillo/ Pino Dinamite), Giampaolo Morelli (Lollo Love), Serena Rossi (Marianna), Paolo Sassanelli (Commissario Cammarota), Carlo Buccirosso (Questore Vitali), Peppe Servillo (Ciro Serracane), Antonio Pennarella (Enzo Sanguinella), Juliet Esey Joseph (Giulietta), Ciro Petrone (Pastetta), Franco Ricciardi (Mazza di Ferro), Ivan Granatino (Nillo). Durata: 114’. Genere: Commedia.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]