Digitale, verso un mercato unico europeo
Roma – Si è svolto alla LUISS (la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali – Guido Carli) il Convegno “Verso un mercato unico europeo dei sistemi digitali: effetti sulla competitività e ruolo della Presidenza italiana dell’Unione Europea”. L’evento, promosso dalla LUISS Business School, ha visto la partecipazione ed il confronto tra esponenti di primissimo piano del Digitale in Italia. Tra gli altri: Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di WIND, Domenico Casalino, Amministratore Delegato CONSIP e la molto attesa Alessandra Poggiani, fresca di nomina a Direttore Generale di AgID.
Ciò che si è evinto dal convegno è, da un lato, la grande consistenza del vantaggio potenziale, in termini occupazionali e produttivi per il sistema-Paese, a cui un maggiore grado di digitalizzazione dell’Italia condurrebbe e, d’altro lato, la delicata criticità frutto del considerevole ritardo in tal senso sofferto dal nostro Paese. Basterebbe, secondo le stime, un aumento del 10% di potenziamento della Rete Internet nei paesi OCSE per godere di un incremento occupazionale pari allo 0,44% e, per i giovani in particolare, pari all’ 1,47%. Questo effetto positivo determinerebbe, di fatto, per l’economia digitale sul mercato del lavoro, un aumento del PIL nazionale pari al 2%.
All’inizio dei lavori congressuali, aperti dal Rettore della LUISS Massimo Egidi, è stato inoltre presentato il progetto avviato dalla LUISS Business School dal titolo “Tecnologie Digitali nell’Ecosistema Italiano. Linee di sviluppo delle competenze strategiche”, volto all’incremento della ricerca e delle attività di formazione sul tema.
L’intervento di Alessandra Poggiani, che fu docente presso la LUISS Business School, ha evidenziato quale causa del ritardo sofferto dall’Italia in termini di digitalizzazione la consistente distanza tra il piano della programmazione e quello dell’attuazione, lì dove questo secondo arranca dietro alla revisione delle diverse strategie: “Questo ha determinato un ritardo in termini di alfabetizzazione e di skill”. Oltre all’importanza della digitalizzazione per la Pubblica Amministrazione, la Poggiani ha evidenziato il gap di valori tra le imprese italiane che praticano e-commerce (pari solamente al 4%), contro una domanda di italiani che acquistano on-line (pari al 20%); se quindi neanche la domanda è in grado di “tirare” l’offerta di beni e servizi su Internet è segno che la responsabilità è anche da ascrivere alla diffusione modesta di una cultura digitale.
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