Italia delle Regioni

Per gli “Ammortizzatori sociali”, non ancora erogati i fondi alle regioni per l’erogazione delle prestazioni. Le  sollecitazioni di Chiamparino (presidente conferenza regioni e presidente del Piemonte) , Simoncini (coordinatore della commissione lavoro per la Conferenza delle Regioni e assessore alle Politiche del Lavoro della Toscana ) e Gararavaglia (assessore regionale al Bilancio della Lombardia). Il lavoro è sempre all’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni, in particolare le questioni legate agli ammortizzatori sociali e quindi all’attribuzione delle relative risorse, in quanto non sono stati ancora erogati i fondi previsti.

“Chiederemo un supplemento di istruttoria al ministero del Lavoro – ha sottolineato Sergio Chiamparino – presidente della Conferenza delle Regioni – perché anche se è positivo lo stanziamento di risorse di 1 miliardo e 720 milioni per il 2014 vi è il rischio che il doppio regime Inps e Regioni crei confusione e un danno per i lavoratori e le aziende interessate. Ci auguriamo che nella circolare, che attendiamo a breve, il ministro ne tenga conto però credo che debba essere rivista quella parte di decreto”.

In conferenza stampa il coordinatore della commissione lavoro per la Conferenza delle Regioni, Gianfranco Simoncini, ha spiegato che “il meccanismo della doppia domanda per le richieste di Cassa Integrazione Guadagni va cambiato perché così crea solo confusione e problemi”.

Il coordinatore degli assessori regionali al Lavoro ha inotre sostenuto che “le Regioni sono stufe di essere il pungiball di una giusta protesta sociale senza avere i mezzi per rispondere”. Quindi le Regioni chiedono al Governo l’immediata erogazione delle risorse stanziate, “i lavoratori hanno percepito assegni solo fino a febbraio 2014”, dall’altra una semplificazione delle procedure che interessano Regioni e Inps.

Massimo Garavaglia, assessore regionale al Bilancio della Lombardia, ha infine sostenuto che sugli “ammortizzatori in deroga è tutto da rifare. Qui siamo di fronte al gioco del cerino. Le attuali regole  messe in campo dal governo non funzionano, è evidente che da qui ad un paio di mesi saremo nel caos più totale, le Regioni hanno fatto  presente questo, faranno presente questo, piuttosto ridiamo la deroga  al governo e che se la veda lui”. Per la vicenda dei vitalizi degli ex consiglieri regionali,  il 10 ottobre la Conferenza delle Regioni fornirà delle linee guida  uniformi ai Consigli regionali.

Sul  fronte  dei vitalizi erogati dai Consigli regionali, entro il 10 ottobre la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, attraverso delle vere e proprie linee guida, elaborerà una proposta di intervento sui vitalizi da dare a coloro che avranno maturato i requisiti. Lo ha deciso oggi la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali riunita a Roma dopo la pausa estiva. “Si tratta – ha detto il presidente del Consiglio della Valle d’Aosta, Marco Vierin all’ANSA – di ristabilire equità sull’intero territorio nazionale sia nei confronti dei tanti consiglieri coinvolti sia verso la cittadinanza, alla quale va rappresentata una giusta realtà della questione”. A partire dalla prossima legislatura i vitalizi, secondo quanto è già stato deciso dalle Regioni, dovranno essere aboliti, ma questo intervento deciso oggi dovrà essere un’ulteriore misura – nello spirito delle Regioni – per il contenimento dei costi. Ciascuna Regione, infatti, ha regolamentato in modo diverso e dunque è nell’intenzione della Conferenza di creare una maggiore omogeneità sul territorio che ristabilisca equilibrio tra Regione e Regione, abbracciando il modello migliore.

Roberto Mania su Repubblica del 21 settembre cita alcuni dati molto indicativi in materia di vitalizi erogati dai Consigli regionali.  “Quello che prima era “solo” uno scandaloso privilegio, ora rischia di far saltare le casse delle Regioni.  Ogni anno i quasi 3.200 vitalizi pesano sui bilanci regionali per circa 170 milioni. Solo un po’ meno di quanto costi (circa 200 milioni) al Parlamento nazionale sostenere gli ex onorevoli che contro qualche recente ritocco ai vitalizi hanno peraltro presentato più di venti ricorsi per nulla destinati all’insuccesso.

Ormai in alcune Regioni le uscite per pagare i vitalizi agli ex consiglieri (o agli eredi) superano il costo dei consiglieri in carica. In Veneto, per esempio, servono 11,2 milioni per erogare i 226 vitalizi, compresi quelli di reversibilità, contro i 9,1 milioni per le indennità dei consiglieri attivi. L’articolo di Repubblica cita, tra gli ex consiglieri: Giancarlo Galan (3.749,63 euro netti mensili), Massimo Cacciari (1.935,30), Flavio Zanonato (1.934,84).

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