Regionali di Primavera, il futuro della politica
A Primavera affronteremo una nuova tornata elettorale. Questa volta sarà il turno delle Regioni, infatti buona parte delle Giunte dovranno essere rinnovate. I governi regionali stanno cominciando ad avere una rilevanza politica importante da qualche anno a questa parte e l’elezione del governatore gioca un ruolo chiave nel panorama politico attuale.
Escludendole due regioni del nord, Lombardia e Piemonte, che sono andate al voto anticipato rispetto alla scadenza naturale della precedente legislatura, si dovranno scegliere i presidenti di Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Vanno aggiunte l’Emilia-Romagna e la Calabria che, a causa delle dimissioni dei rispettivi presidenti, andranno al voto nel novembre di quest’anno.
Inutile dire che le partite importanti si giocheranno sulle regioni di punta quali Veneto, Campania, Puglia e Calabria. Le prime due, a guida centrodestra, avranno il difficile compito di riconfermare i governatori uscenti. Missione tutt’altro che facile per la coalizione di centrodestra, visti i difficili rapporti tra alleati e l’emorragia di voti verso il PD di Renzi. A lasciare accesa la luce della speranza i recenti dati sul gradimento dei governatori, che vedono ai primi posti proprio Zaia e Caldoro. Diversa la situazione per la Puglia. Per Vendola c’è la spaccatura con il PD e i problemi derivanti dal caso dell’Ilva di Taranto, che ha fortemente segnato la giunta vendoliana.
Queste elezioni saranno in ogni caso un passaggio importante per tutta la politica italiana. C’è innanzitutto da verificare l’andamento del “partito degli astensionisti”, che si spera inverta la propria tendenza alla crescita. Questa tornata elettorale sarà di estrema importanza per tutti e gli schieramenti, da destra a sinistra. Sarà il test per Renzi, ad un anno dal suo insediamento a Palazzo Chigi, per verificare la solidità del suo esecutivo nell’opinione dei cittadini, ma soprattutto sarà ancora più importante per la coalizione di centrodestra.
A Berlusconi tocca gestire la complicatissima partita con la Lega di Salvini, se al Sud la coalizione con UDC e NCD non sembra incontrare problemi, al nord la situazione è molto più complicata. La Lega sta manifestando una certa insofferenza verso il partito di Alfano con il quale sembra non voler trovare alcun tipo di accordo, anche in previsione delle elezioni regionali. Benché governino assieme in Lombardia, la linea del Segretario federale sembra essere intransigente. Se Berlusconi non riuscisse a ricucire lo strappo si prospetterebbe una caporetto per il centrodestra che, dopo la sconfitta in Piemonte, rischierebbe di far passare il centrosinistra in vantaggio.
Insomma, le elezioni regionali segneranno ancora una volta in maniera profonda la politica italiana; una vittoria del centrosinistra sancirebbe la legittimazione di Renzi e, nel caso di sconfitta del centrodestra, si rischierebbe un totale sfaldamento della coalizione forse difficilmente recuperabile.
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