Benvenuto Presidente! (Film, 2013)
Riccardo Milani (Roma, 1958) comincia come aiuto regista di Nanni Moretti, Mario Monicelli e Daniele Luchetti, ma si specializza come regista televisivo e di pubblicità. Al cinema lo ricordiamo per Auguri professore (1997), La guerra degli Antò (1999), Il posto dell’anima (2003), Piano solo (2007) e Scusate se esisto! (2014).
Benvenuto Presidente! Riscuote un grande successo di pubblico – niente di strano: i television-movie piacciono – ma anche di critica. Tre nomination ai Nastri d’Argento, addirittura come miglior commedia, miglior soggetto e miglior attrice protagonista (Smutniak). Si resta allibiti, perché ci troviamo a vedere il solito film girato con tecnica conforme ai dettami di Sua Maestà Televisione: macchina da presa in attesa degli attori che entrano in scena, movimenti avvolgenti, sempre uguali, privi di ogni inventiva. Originalità di regia pari a zero. Dirò di più: la regia in un simile film è del tutto ininfluente. Si ricorda solo Claudio Bisio, ottimo protagonista nei panni di un improbabile Giuseppe Garibaldi, pescatore di trote dal cuore d’oro, eletto – suo malgrado – Presidente della Repubblica, impegnato a salvare il paese da corruzione e disonestà. Il soggetto e la sceneggiatura sono quanto di più ridicolo si possa immaginare, tutto è basato sulla bravura di Bisio nell’interpretare l’uomo comune al potere e nella sensualità di Kasia Smutniak, segretaria puntigliosa e innamorata. Le brevi sequenze erotiche che vedono impegnati Bisio e Smutniak sfiorano il farsesco da quanto sono mal girate. Battute prevedibili, storia piena zeppa di luoghi comuni, ma soprattutto un finale fastidioso e ridondante, che vorrebbe fare la morale al popolo televisivo, dicendo la grande verità da proverbio che l’occasione fa l’uomo ladro.
Benvenuto Presidente! è stato girato in Piemonte, visto che la Film Commission di quella regione fa parte della produzione. Ricordiamo molte sequenze girate a Palazzo Reale, Accademia delle Scienze di Torino, Reggia di Venaria, ma anche gli esterni in Valsusa (Bousson e Cesana Torinese). Le scene ambientate al Quirinale sono state girate al Palazzo Carignano di Torino, mentre alcune sequenze a Montecitorio sono state realizzate presso la Camera dei deputati, durante la pausa natalizia dei lavori parlamentari. Tra le cose più originali del film si ricorda la presenza di Lina Wertmuller, Pupi Avati, Giani Rondolino e Steve Della Casa, che interpretano i poteri forti con cui lo Stato deve fare i conti. Nel cast troviamo un cattivissimo Gianni Cavina (un sorta di Andreotti che conosce tutti i segreti dei politici e li ricatta), Piera degli Esposti (la madre della Smutniak) e i giornalisti Helga Cossu e Roberto Tallei nella parte di loro stessi.
Un film sopravvalutato, che ha riscosso un grande successo soltanto perché segue tutte le regole delle fiction televisive. Non sconvolge, ma coinvolge fino in fondo il pubblico che di solito non va al cinema, ma segue le avventure di Bisio e company nei programmi preferiti del dopo cena. Beppe Fiorello forse è stato scritturato proprio per questo motivo.
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Regia: Riccardo Milani. Soggetto: Fabio Bonifacci, Nicola Giuliano. Sceneggiatura: Fabio Bonifacci. Fotografia: Saverio Guarna. Montaggio: Giorgio Franchini. Scenografie: Paola Comencini. Costumi: Alberto Moretti. Musiche: Andrea Guerra. Produttore: Francesca Cima, Nicola Giuliano, Viola Prestieri. Case di Produzione: Indigo Film, Rai Cinema, Film Investimenti Piemonte, Fiklm Commission Torino. Distribuzione: 01 Distribution. Genere: Commedia. Durata: 100’. Interpreti: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giusepe Fiorello, Omero Antonutti, Remo Girone, Massimo Popolizio, Mchele Alhaique, Cesare Bocci, Franco Ravera, Gianni Cavina, Patrizio Rispo, Pietro Sarubbi, Piera Degli Esposti, Gigio Morra, Federico Maria Galante, Giuseppe De Rosa.
©Futuro Europa®
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]