Firenze Musei, abuso d’ufficio

Impazzano le indagini sul Polo Museale di Firenze. La Soprintendente dimissionaria, Cristina Acidini, ha 2 accuse a proprio carico, mentre se ne è avvalsa solo una il suo predecessore, ex-Ministro MiBAC (1995-96) e dal 2006 Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. Abbiamo detto che l’Acidini è “dimissionaria”? Ebbene sì: e non è ancora stato detto tutto. Una nuvola di tempesta sovrasta il Polo Museale.

In seguito a un esposto, la Guardia di Finanza ha aperto un’inchiesta che vede i 2 Dirigenti museali imputati penalmente per abuso d’ufficio. Paolucci ha stipulato una convenzione assicurativa con la compagnia AXA ART, per l’esportazione di opere d’arte da concedere in prestito all’estero. Fino a qui tutto regolare; ma non sono state rispettate le norme europee, che prevedono un concorso di gara per l’aggiudicazione della polizza, quando la stessa supera i 50 mila euro. Ecco, questa gara non c’è stata. L’onta ha, quindi, coinvolto il Successore di Paolucci, che ha dato il proprio via libera alla Pratica assicurativa.

Sempre per la questione dell’importo, nell’Indagine coordinata dal PM Luigi Bocciolini rientrano il Segretario in carica dei Soprintendenti, durante i mandati di entrambi, Marco Fossi, e un assicuratore del gruppo AXA ART. La situazione non è certo più limpida, a causa del fatto che i documenti assicurativi sono strettamente confidenziali e riservati alle parti interessate, dunque impossibili da rendere pubblici.

La seconda accusa della Dott.ssa Cristina Acidini la presenta sotto il giudizio della Corte dei Conti, per la concessione a canone simbolico, se non a titolo gratuito, del Giardino di Boboli, il parco di Palazzo Pitti. Della Concessione avrebbe beneficiato l’Associazione Culturale Multipromo tra il 2004 e il 2011, nell’occasione di concerti di musica classica, leggera e opera.

L’avvocato difensore, Nino D’Avirro, afferma: “La Dottoressa Cristina Acidini si dichiara estranea alle contestazioni che le sono state mosse, sottolineando da un lato il comportamento trasparente e documentalmente verificabile della Soprintendenza, e dall’altro il fatto che nessun vantaggio è derivato né a lei stessa né agli altri indagati, che hanno agito nell’esclusivo interesse pubblico per scopi istituzionali”. La Sua Cliente scappa mediante le dimissioni, da Lei presentate al Ministero MiBACT in data 5 settembre 2014.

L’Acidini avrebbe previsto, consultando la sua sfera di cristallo, la denuncia del fattaccio oppure avrebbe avuto una soffiata per correre ai ripari poco meno di 20 giorni prima? Non del tutto a torto la Sua decisione è pervenuta al Ministero. Lei si sarebbe sottratta al Suo ruolo di Soprintendente, ridimensionato dai provvedimenti della riforma MiBACT operata da Dario Franceschini. Non avrebbe resistito, non volendo aspettare le conseguenze disastrose.

Esaminiamo la riorganizzazione dirigenziale dei grandi musei italiani. La Dott.ssa: “Credo che una figura come la mia attuale non si possa più identificare in un ruolo adeguato, per questo mi sembra giusto lasciare spazio all’attuazione piena della trasformazione. È vero: non era obbligatorio dare le dimissioni, ma avrei potuto restare e valutare una ricollocazione diversa. Invece ho deciso così.” Alla figura del soprintendente verrà ridotto il peso decisionale e dei poteri, a favore del segretario generale di II fascia.

Quest’ultimo atto, a differenza dei 5 interventi di riforma sisseguitisi negli ultimi 10 anni, sembra risolvere il rapporto direzioni regionali-soprintendenze, appunto attraverso l’introduzione della figura del segretario regionale. Un nuovo comitato di coordinamento regionale, costituito dai vari soprintendenti e presieduto dal segretario regionale, si occuperà delle scelte un tempo competenza della direzione regionale, per una pianificazione e un controllo migliori. Avverrà, poi, l’accorpamento delle soprintendenze artistiche e paesaggistiche, così creandone di miste, come verranno riunite sotto uno stesso tetto quelle relative ai beni storico-artistici e a quelli architettonici.

La Riforma Franceschini, prevista dai tagli 2012-13 e dal decreto-legge n. 66 del 2014, detta la riduzione di ben 37 dirigenti (6 di I fascia, 31 di II fascia), semplificando l’amministrazione periferica e riammodernando la struttura centrale. L’Acidini non dovrebbe temere di perdere il posto, ma certo non aiuta che, nonostante il riconoscimento di autonomia invidiabile, Le sia tolta importanza nel caso di 2 spazi sotto la Sua autorità. Si tratta della Galleria degli Uffizi e della Galleria dell’Accademia, a cui verranno assegnati rispettivamente un direttore dirigente di I fascia e uno analogo di II fascia.

La Soprintendente, anche Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico, Cristina Acidini ha sempre operato per il “bene pubblico”, come lei stessa afferma? Vedremo. Intanto, tutto congelato, anche le Sue dimissioni, e allora “Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande, / che per mare e per terra batti l’ali, / e per lo ‘nferno tuo nome si spande!”, tanto per citare il Sommo Poeta fiorentino.

©Futuro Europa®

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