Quello che l’Italia merita

In questi giorni i vertici di Ncd, Udc, Popolari per l’Italia, stanno approfondendo concretamente il tema dell’unificazione dei Popolari per la costituzione di un gruppo unico alla Camera e al Senato da realizzarsi entro il 15 di questo mese con un nuovo simbolo che non sia la semplice somma di quelli esistenti.

Di qui la prospettiva di costruire quanto prima il tanto sospirato partito unico dei Popolari italiani con regole di partecipazione democratica che coinvolgano anche la società civile e non solo le attuali forze politiche.

Tutto bene dunque. Salvo la necessità di approfondire quali siano i contenuti di questa esaltante esperienza. Primo fra tutti il nostro modo di essere a sostegno dell’attuale Governo.

Renzi deve capire che tutti, non solo lui, vogliamo riformare il Paese. C’è da vedere come. Questa è la vera questione sul tappeto. Basta con iniziative da monocolore Pd, basta con gli inciuci quotidiani con Berlusconi. La forza parlamentare, anche numerica di questa nostra operazione, deve far comprendere che il premier ha necessità di trovare alte mediazioni tra i suoi obiettivi e le cose che noi indichiamo coerentemente con i nostri principi, valori, che di certo non sempre coincidono con quelli socialisti.

Assumere, come fa Renzi, posizioni volte a occupare spazi non in linea con la tradizione del Pd per tagliare l’erba a chi, storicamente, si pone al centro dello schieramento politico italiano è un camaleontismo formale che poi si scontra con atti di governo di stampo squisitamente socialista. E’ questo un modo di agire da abile illusionista che nasconde i trucchi di cui si serve.

Se noi riprendiamo apertamente la nostra strada, anche dimostrandoci critici sulle cose che non condividiamo, avremo di sicuro un tasso di credibilità superiore all’attuale che possa riqualificare anche l’autorevolezza della politica. Un’autorevolezza in declino nel mondo occidentale. Basti pensare che in Francia gli iscritti ai partiti sono diminuiti del 64 per cento, negli Stati Uniti del 50, in Norvegia del 47 e così via (si pensi al calo del Pd, malgrado le innumerevoli posizioni di potere occupate).

Avanti dunque con la mente impegnata a trovare soluzioni possibili, non velleitarie, immediate, non rinviate di continuo, per il rilancio dell’economia, la ripresa del lavoro e dell’occupazione, soprattutto giovanile. Gli italiani lo richiedono a gran voce. L’Italia lo merita.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia]

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