La Germania verso il voto, il duello tv
Berlino – Siamo agli sgoccioli, al conto alla rovescia. Manca poco alle Elezioni Tedesche del 22 settembre che vedono nello scontro principale la Cancelliera Merkel contro il suo rivale, Segretario del Partito Democratico Tedesco, Peer Steinbrueck.
Ieri sera, nella prima domenica di settembre a 21 giorni dalle elezioni, il duello in televisione. I due in piedi dietro ad un podio, con uno sfondo celeste, pacato e rassicurante, davanti a 4 giornalisti, agguerriti e pronti a tutto pur di farli cadere in fallo. Il tipico rigore tedesco, donne in pantaloni, colori neri, camicie bianche, nessun rossetto evidente sulle labbra delle donne, nessun particolare accattivante.
La Merkel, un solo vezzo, una collana con i colori della bandiera tedesca; Steinbrueck, con il suo faccione da zio della Baviera ma ben sicuro del fatto suo. Entrambi hanno giocato bene, si sono confrontati, hanno risposto a tono, quasi mai si sono impappinati. Entrambi hanno saputo tenere banco, nessuno ha alzato la voce, ma entrambi hanno saputo non cedere alle provocazioni dei giornalisti.
La Merkel ha presentato un nuovo volto del suo partito, aperto a tutti, multietnico, tollerante verso le differenze di genere e soprattutto con un programma orientato verso un welfare che ruba territorio al partito di opposizione. Steinbrueck si è invece distinto per aver presentato più fatti concreti che slogan.
Ma la Merkel, si sa, è forte del sostegno a livello internazionale e della politica europea fatta negli ultimi anni. A detta dei sondaggi il duello è finito 42 a 40 per il segretario del CDU, d’altronde come poterle negare un nuovo mandato, il Paese sotto di lei negli ultimi anni sta vivendo un momento di grande rilancio economico soprattutto sul fronte delle vendite estere ridandogli potere anche all´interno delle scelte politiche europee. La Merkel ha dimostrato in questo momento di terribile congiuntura economica di avere il polso della situazione e di riuscire a mettere in atto diverse politiche sociali ed economiche che hanno contribuito a tenere in vita una Germania forte e vincente. Certo, è comunque questo il paese dove non esiste il salario minimo, per cui si può essere pagati un euro l´ora, ma poco importa se la macchina tedesca avanza. E forse. per questo paese non è ancora arrivato il tempo di tornare a politiche sociali di tutela del lavoro e di solidarietà verso gli altri paesi europei in difficoltà.
Oggi la Germania naviga con il vento in poppa, domani si vedrà.
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