Lotta alla contraffazione, dati confortanti per l’agroalimentare
La contraffazione del Made in Italy rimane uno dei fenomeni più duri da sradicare del nostro tempo e occorre una lotta quotidiana e tenace su tutti i fronti per combatterla. Infatti molti prodotti, in modo praticamente continuo e a volte, verrebbe da dire, fantasioso, vengono messi in commercio come falsi e per quanto riguarda il settore alimentare ciò può comportare un pericolo per la salute del consumatore.
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha reso noto i dati sui controlli nell’agroalimentare degli organismi collegati al Ministero stesso. Da gennaio ad agosto 2014, grazie alle operazioni effettuate dall’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), dai Nuclei Antifrodi Carabinieri – Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), dal Corpo forestale dello Stato e dalle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, sono stati effettuati 60mila controlli, con oltre 32 milioni di euro di sequestri. Sono state inoltre emesse più di 6mila sanzioni e quasi mille persone sono state segnalate all’Autorità giudiziaria.
In questi mesi sono state sequestrate dal Corpo forestale dello Stato 510 tonnellate di concentrati di succhi di frutta in un’azienda della Piana di Gioia Tauro. Sono state requisite 60 tonnellate di concentrato di succo d’arancia e di derivati di origine estera che venivano riesportati come prodotto di origine italiana, con l’utilizzo di false autocertificazioni e 450 tonnellate di concentrati di succhi di frutta, prive di chiare indicazioni sul contenuto, in pessime condizioni di conservazione per il mancato stoccaggio nelle apposite celle frigorifere, e, per la maggior parte, lasciate all’aperto, esposte agli agenti atmosferici.
La Guardia Costiera-Capitanerie di Porto, a Gallipoli, hanno scoperto e sanzionato un’unità da pesca per uso e detenzione di un attrezzo da pesca illegale, le “reti derivanti” che hanno un impatto negativo sulle risorse ittiche, oltre alla sanzione amministrativa sono stati sequestrati 6.000 metri di ferrettara e 150 Kg di alalunga pescato in modo illegale. Il lavoro della Guardia Costiera sul fronte dei controlli, in particolare sulle spadare, altra rete derivante, è stato fondamentale per l’uscita dell’Italia dalla procedura d’infrazione della Commissione UE sulle reti derivanti.
Nell’agosto del 2014 il Nucleo Antifrodi Carabinieri di Parma ha scoperto un’associazione per delinquere transnazionale, dedita alla produzione e commercializzazione in ambito internazionale di “Wine Kit” recanti etichette evocative di 24 tra i più famosi vini italiani Dop ed Igp, diversi per origine e provenienza. Sulle etichette, in particolare, veniva indicato “vino italiano” e sulle confezioni veniva usato il tricolore e l’immagine del Colosseo, il valore complessivo, fin ora accertato, di questa frode è di oltre 28 milioni di euro.
Si è svolta una vasta operazione antifrode anche nel settore dell’olio d’oliva con la Procura di Trani e la Guardia di Finanza, con il sequestro di 400 tonnellate di olio riconducibile a diverse imprese attive in Puglia e Calabria. Nel corso dell’operazione sono state emesse 16 ordinanze di custodia cautelare e 16 sequestri hanno coinvolto le aziende. Queste imprese fornivano fatture false relative a provviste di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, ma in realtà proveniente dalla Spagna. L’olio di produzione comunitaria veniva trasformato, tramite sovrapposizione documentale, in “olio 100% italiano biologico” per collocarlo sul mercato sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti Made in Italy e biologici.
Queste grosse operazioni contro la contraffazione dimostrano che il nostro sistema di controllo è ben organizzato, valido e composto da più organi che operano in modo coordinato ed unitario per la tutela del consumatore e per continuare ad affermare la qualità del sistema agroalimentare italiano.
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