C’era una volta la Persia

Secondo lo storico dell’antica Grecia Erodoto, il nome Persia deriva da Perseo, l’eroe mitologico. Il 21 marzo del 1935, lo scià Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di riferirsi al Paese con il suo nome originario, Iran. Nel 1959, il figlio, lo scià Mohammad Reza Pahlavi annunciò che ci si poteva riferire al Paese indifferentemente con il nome originario di Iran o di Persia.

L’attuale altopiano dell’Iran, è stato sempre ricco di minerali e di beni di prima produzione, soprattutto a carattere industriale. Inoltre, ha rappresentato un luogo di incontro e di passaggio obbligato per i ricchi commerci tra il Mediterraneo e l’India, tra l’Arabia e la Cina. Diciamo in sintesi che è il posto giusto nel luogo giusto, da sempre oggetto d’interesse da parte dei confinanti e non.

I persiani hanno dato vita ad un grandissimo impero che nel corso dei secoli ha conosciuto diverse popolazioni dominatrici, tutte comunque di origini iraniche, che ha condiviso il potere sul mondo con Roma e che ha dato vita ad una splendida arte e ad una moltitudine di religioni, che si sono diffuse in tutto il mondo. Insomma un glorioso passato, proprio come il nostro.

L’Iran si trova in Asia Sud-Occidentale e confina per via di terra con l’Armenia, l’Azebaijan e il Turkmenistan a Nord, con l’Afghanistan ed il Pakistan a Est e con l’Iraq e la Turchia a Ovest, mentre a Sud si affaccia sul Golfo Persico e sul Golfo di Oman tra loro raccordati mediante lo Stretto di Hormuz; l’Iran ha una superficie di 1,648,196 Kmq, ed è per estensione, il quinto Paese dell’Asia.

Ha avuto grandi re; la figura che la storia maggiormente ricorda è quella di Ciro II, conosciuto anche come Ciro il Grande per le sue conquiste militari, ottenute con una rara combinazione di valore militare e straordinaria umanità. Dopo di che la straordinaria umanità si perse in Persia. Un episodio su tutti gli è valso la fama di sovrano illuminato: in occasione della conquista di Baghdad del 539 a.C. Ciro il Grande risparmiò la popolazione locale mettendo a segno una straordinaria conquista, quella dell’Impero Babilonese, senza inutili spargimenti di sangue.

Nulla hanno imparato dalla storia gli attuali potenti di Persia; il paese è diviso tra poveri e ricchissimi. E di grandi re nemmeno l’ombra. L’Iran ha pochi giorni fa oscurato la pagina Instagram Richkidsoftehran, che mostrava la bella vita dei giovani “bene” di Teheran, fra ville, auto di lusso, belle donne in abiti occidentali e party alcolici. La censura ha abbassato la sua mannaia perché non va bene mostrare tutte queste debolezze occidentali, questa predisposizione verso quanto di più odiato dalle alte sfere; opulenza, orologi grandi e cafoni macchine turbo da sturbo.

La rivoluzione khomeinista trentacinque anni fa mandò indietro, in un sol colpo, il paese di quasi 200 anni di modernizzazione con l’introduzione di un Islam molto più severo e invadente nella società e nella vita quotidiana, in un modo che non era mai esistito. Ora senza spargimenti di sangue, il dio del lusso si sta riprendendo con calma quello che a lui appartiene. Perché nessuna ideologia, nessuna religione potrà arginare la tendenza verso l’ostentazione cafona, verso io ce l’ho più grande, sia esso una macchina o un palazzo.

Ci penserà la pochezza umana a sistemare le cose, con grande soddisfazione di quella umanità che vive per apparire e appare per vivere.

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