Buongiorno papà (Film, 2013)
Si resta allibiti scorrendo il palmares di Buongiorno papà di Edoardo Leo quando ci rendiamo conto che il film ha ottenuto due nomination per i David di Donatello (miglior attore non protagonista – Giallini – e miglior canzone originale – Misiti e Marafioti) e due per i Nastri d’Argento (Miglior commedia e migliori attori protagonisti – Bova e Giallini). Per fortuna non ha vinto niente e noi amanti del grande schermo tiriamo un sospiro di sollievo. Se questo patetico television-movie è il meglio che può concepire il cinema italiano non c’è da stare molto allegri.
Vediamo la storia. Raoul Bova è Andrea, playboy quarantenne che gira in Porsche, lavora nel mondo dorato della pubblicità e non perde occasione per portarsi a letto qualche ragazzina. Andrea vive in un lussuoso appartamento romano insieme a un amico imbranato come Paolo (il regista Edoardo Leo) molto diverso da lui, come da copione. Paolo è sfortunato nel lavoro e con le donne, non riesce a imbastire una relazione normale, vive in maniera metodica ed è ossessionato da riti quotidiani. Un bel giorno nella vita di Andrea irrompe Layla (Laurenti Sellers), una diciassettenne che il nonno rockettaro (Marco Giallini) gli presenta come figlia. La madre della ragazzina è morta da tre mesi dopo una lunga malattia, ma Andrea sente la figlia come un problema e ancora di più il suocero, visto che già deve pensare al padre separato che vaga per casa come uno zombi. La madre di Andrea (Tiziana Cruciani), invece, tratta il figlio con eccesivo amore, lavando e stirando camice e confezionando pranzi. La fiction procede tra assurdi litigi, riconciliazioni e improvvisi innamoramenti, ma alla fine la famiglia si allarga ancora di più con Andrea che conquista il cuore di Lorenza (Grimaudo), un’insegnante della figlia, accetta la paternità, diventa un marito ideale e tutti vivono felici e contenti.
Buongiorno papà è un film girato con tecnica (?) televisiva, sceneggiato in maniera prevedibile, impoverito da momenti assurdi e banali come nella peggior tradizione delle fiction e delle telenovelas brasiliane. Niente a che vedere con la commedia all’italiana, casomai lontano parente della commedia sofisticata nordamericana, ma non lo diciamo troppo in giro ché ci querelano. Fotografia anonima e montaggio dai tempi televisivi, colonna sonora ridicola sulle note di un tema degno del peggior teen-movie. Regia ininfluente, da quanto lo stile (?) segue tracce ben note a chi frequenta film per il piccolo schermo. Da salvare gli attori, che sono bravi, soprattutto Bova e Giallini (fantastico in una parte da ex cantante di un gruppo rock rimasto come mentalità agli anni Settanta), ma non sono da meno Grimaudo e Cruciani. Persino la giovanissima Laurenti Sellers è credibile nei panni della figlia adolescente. Edoardo Leo, invece, non convince neppure come attore.
Archiviata la visione del film su Sky, dove passa come novità mensile, vediamo profilarsi l’ombra inquietante di Paolo Ruffini – promosso in pompa magna dai telegiornali nazionali – e di altri television-movie. Figli unici con Bova e Argentero forse è il peggiore, ma non abbiamo scampo, la televisione ci spinge a vederlo. E in fondo va bene così, tanto al peggio non c’è mai fine. Ridateci Acapulco… prima spiaggia a sinistra! Verrebbe da dire. Almeno si rideva.
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Regia: Edoardo Leo. Soggetto: Massimiliano Bruno. Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Leo, Herbert Simone Paragnani. Fotografia. Arnaldo Catinari. Montaggio: Patrizio Marone. Musiche: Gianluca Misiti. Tema del film: Fare a meno di te, di Gianluca Misiti e Claudia Marafioti. Costumi: Valentina Taviani. Produttore: Fulvio, Paola e Federica Lucisano. Produzione: Italian International Film, Medusa, Mediaset. Distribuzione: Medusa. Interpreti: Raoul Bova, Marco Giallini, Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Rosabell Laurenti Sellers, Paola Tiziana Cruciani, Mattia Sbragia, Antonino Bruschetta, Pamela Saino.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]