Due miliardi da spendere per l’Italia
Un’altra alluvione, un nuovo disastro e il pericolo idrogeologico torna d’attualità. Se ne parla sempre, troppo, quando la natura sfoga la sua furia e poi non si fa quasi nulla. Matteo Renzi su Facebook ha fatto il punto sull’alluvione che ha messo in ginocchio Genova: “L’unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi per i ritardi burocratici”. E cambiare finalmente le cose. “Occupiamoci di dissesto anche quando non se ne parla”, continua il premier sul social. “Adesso tutti a strapparsi le vesti, tutti a indossare la faccia contrita d’ordinanza. Ma diciamoci la verità: del dissesto bisogna occuparsi quando nessuno ne parla, non quando ci sono i titoloni in prima pagina che tra poche ore saranno già dimenticati”.
Il piano d’azione è scontato: bisogna sbloccare i cantieri. Tutte quelle opere già decise e finanziate ma che a causa delle solite lungaggini burocratiche italiche si sono bloccate. “I ragazzi che sorridono spazzando via il fango a Genova sono bellissimi e ci dimostrano che c’è una generazione di giovani che non è come viene raccontata in modo superficiale e banale. Ma non bastano”, aggiunge Renzi. “C’è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l’Unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo del livello centrale come prevedere la riforma costituzionale del titolo V. Si chiamano Sbloccaitalia, riforma della P.A., riforma costituzionale, riforma della giustizia, cantieri dell’unità di missione le priorità per l’Italia che vogliamo”.
Poi il presidente del Consiglio rassicura i genovesi colpiti dall’emergenza: “Il governo c’è non solo con pacche sulle spalle”, ma in merito a misure concrete Renzi specifica che “ci saranno forme di ristoro sia per i privati che per quei commercianti che hanno preso un mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Non voglio che si arrendano, noi stiamo certamente dalla loro parte”. A proposito di cantieri, la scorsa settimana i vertici dell’unità di missione di Palazzo Chigi, Erasmo D’Angelis e il direttore Mauro Grassi, si sono recati a Genova per incontrare il sindaco, Marco Doria e il presidente della Regione, Claudio Burlando. L’obiettivo è quello di accelerare la realizzazione delle opere necessarie.
Nell’ultima audizione alla Camera, lo stesso D’Angelis aveva fatto il punto sullo stato di attuazione dei lavori finanziati con i 2 miliardi assegnati al dissesto idrogeologico e appena richiamati in causa dal premier Renzi. Più di 1.300 cantieri (1.314, per l’esattezza) per un investimento di 1.878 milioni che saranno avviati entro la prima metà del 2015. Per la difesa del suolo D’Angelis ha ricordato che il decreto permette di assegnare a un apposito fondo revoche risorse non spese per 321 milioni, relative alla vecchia programmazione regionale risalente agli anni 1998-2009, cui si aggiungono 1,2 miliardi di fondi non spesi relativi agli accordi di programma 2000-2010, più altri 700 milioni derivanti da fondi strutturali all’interno dei Piani operativi regionali. “Di questi – ha detto D’Angelis – abbiamo già avviato 2017 cantieri per 254,8 milioni. Altri 448 cantieri per 553,3 milioni contiamo di avviarli tra ottobre e dicembre. Gli ultimi 659 cantieri, per 1.070 milioni, li apriremo nella prima metà del 2015”.
Vedremo, se son rose fioriranno.
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