Regioni, ed io pago

Appena Renzi Matteo ha pronunciato la parola Regioni, accomunata alla parola tagli, si sono sprecati i commenti dei vari Governatori; dal raccapricciato al minaccioso, dal per forza di cose d’accordo, al disperato. E tutte le colpe dei tagli ricadranno sui cittadini, perché meno soldi darà lo Stato e meno soldi avranno le Regioni che si vedranno costrette a tagliare su Sanità e Trasporti.

Io, permettete signori, ho un’idea migliore: tagliate le sedi di rappresentanza all’estero; a Bruxelles, per fare un esempio, tutte le regioni sono rappresentate. E sarebbe anche logico se i costi delle sedi non fossero, per alcune, davvero spropositate: rappresentanza che potrebbe esser fatta in mille modi, non necessariamente in palazzi scintillanti. Crocetta, che sembrava a parole sue quello che avrebbe ridotto i costi della politica in Sicilia, sulla rappresentanza a Bruxelles ha rideterminato l’organico, che era di 3 persone, portandolo a 24 persone. Tutti portatori sani di cannoli. È sicuramente importante essere a Bruxelles, ma si potrebbe farlo anche in modo un po’ più sobrio, mandando solo il personale qualificato, quello essenziale e dotato e dismettendo le regge per molto più attuali spazi multi-ufficio.

Poi, le sedi a Roma. Mi domando, a che serve la sede di Roma di una Regione se poi per qualunque cosa ti rimandano al corpo centrale? La Regione Calabria convoca due volte al mese la Commissione Attività e Beni Culturali, come evidenziato nel sito alla sezione eventi. E mi domando ancora, cosa discute la Commissione? Sempre dei Bronzi di Riace oppure spazia anche verso eventi culturali come la Sagra della Nduja? A che serve la Commissione? Cosa commissiona? E questa regione come altre.

Ma il meglio i cari Governatori lo hanno dato con le sedi estere: Il Veneto avrebbe ben 10 uffici in Cina, ma ve ne sarebbero altri in Bielorussia, Bosnia, Canada, Romania, Stati Uniti, Bulgaria, Vietnam, Uzbekistan, Porto Rico, Turchia. In totale si tratterebbe di 60 sedi in 31 Paesi. La Val d’Aosta ne avrebbe 27, uno in Argentina, un paio in Brasile e Cina, quattro in Russia, uno in Francia, Giappone, Lituania, Israele, Moldova, Polonia, Perù, Uruguay, Kazakistan. Il Piemonte 33 in 23 Paesi, di cui, tra l’latro, due in Corea del Sud e altrettanti in Costa Rica e in Lettonia, quattro in Cina, uno a Cuba, due in India. La Lombardia avrebbe 29 sedi in 24 Paesi. E la Sicilia non si sa quanti, certamente a Parigi (in Boulevard Haussmann), in Tunisia e, ovviamente a New York (nell’Empire State Building).

Il condizionale è d’obbligo perché verificare queste informazioni è difficile. Diventa una ricerca degna di un investigatore. Diciamo che sono accertate all’ottanta per cento, con la possibilità che alcune siano state chiuse per vergogna sull’onda emotiva della Spending Review. E non mi venite a dire che tutte, proprio tutte siano indispensabili.

Certo è che quando poi sento qualcuno di questi Governatori raccapricciato minacciare i tagli alla Sanità, magari alle fasce più deboli, come l’assistenza domiciliare agli anziani o ai disabili, mi viene davvero voglia di dimettermi da cittadina italiana.

©Futuro Europa®

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