Camera di Consiglio
Assegno divorzile a carico di un politico, conta la prospettiva della carriera – L’assegno divorzile viene liquidato sulla base della differenza di potenzialità economica tra i due coniugi, potenzialità non limitata al mero reddito delle parti in costanza di matrimonio ma anche rapportata ai possibili e ragionevoli incrementi che la carriera intrapresa durante la convivenza potrebbe avere secondo quanto è legittimo e ragionevole prevedere in base alle aspettative maturate nel corso del rapporto, così da far mantenere al coniuge più debole (ovviamente privo della responsabilità del fallimento del rapporto, quindi a chi non è addebitabile la separazione) non solo quel tenore di vita tenuto durante il matrimonio, ma anche quello che sarebbe scaturito a seguito di miglioramenti di carriera che ragionevolmente si potevano prevedere in capo all’altro coniuge.
In un recente caso, riguardante un politico, è stato applicato proprio questo principio, infatti era pacifico l’impegno del marito in ambito politico e sociale che lo ha portato a ricoprire incarichi istituzionali, quali quello di consigliere comunale, durante il matrimonio e, successivamente alla separazione, quello di senatore.
Gli sviluppi della carriera politica, sviluppi che hanno condotto il marito anche al su detto incarico parlamentare, erano certamente possibili, ma solo in parte prevedibili, in quanto, pur essendo pronosticabile un’importante carriera, data la sua vocazione e le sue inclinazioni politico/sociali, nonché le sue spiccate doti professionali ed umane, l’aver raggiunto una carica istituzionale così alta di certo era dipeso anche da eventi autonomi, occasionali ed imprevedibili.
Con molto equilibrio, quindi, la Cassazione ha ritenuto di parametrare l’assegno di mantenimento in parte sul reddito conseguito dal marito in costanza di matrimonio ed in parte, solo parzialmente, sul miglioramento reddituale conseguito dopo la separazione per la importante progressione di carriera politica avuta.
In sostanza il Giudici hanno valutato che l’avvenuta elezione allo scranno parlamentare, da cui è dipeso, ovviamente, un netto miglioramento economico, in parte è stata la naturale conseguenza del percorso politico/professionale svolto dal marito già in età giovanile, proseguito dopo il matrimonio e che ha avuto l’ulteriore scatto dopo la separazione, in parte, invece, è dipesa da eventi occasionali ed imprevedibili che hanno contribuito al risultato finale, che senza essi non vi sarebbe stato.
Conseguenza di ciò è che l’assegno di mantenimento è stato calcolato in misura più alta di quella prevista per il reddito di un consigliere comunale, ma meno alta di quella prevista per il reddito di un senatore, contemperando così i diversi interessi e mantenendo una posizione certamente equa e condivisibile.
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[NdR – L’autore dell’articolo, avvocato, è membro del “Progetto Mediazione” del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma]